Una vita sognando la Serie A: la storia di Moisander

Di fronte all’obiettivo di Samp TV e il pulsante rec premuto, Niklas Moisander mostra uno sguardo di ghiaccio e un atteggiamento composto, accompagnato da un inglese fluente. Comincia così l’intervista esclusiva del media ufficiale blucerchiato al ragazzo di Turku. «Ho iniziato ad appassionarmi al calcio a quattro anni più o meno – apre il suo diario di ricordi il difensore -, quando ancora ero in Finlandia con mia madre e mio papà. Lui faceva l’allenatore, mentre mia mamma era una calciatrice. Erano grandi appassionati e il pallone era una parte integrante della nostra famiglia. Dopo il primo allenamento ho capito che il calcio sarebbe diventato la cosa più importante della mia vita: mi sono innamorato presto».

Olanda. E l’amore – si sa – talvolta fa compiere azioni poco razionali: ci trascina. Capita quindi che manco maggiorenni si possa prendere salire su un aereo e lasciarsi casa, famiglia, amici e Paese alle spalle. «Ho pensato di andare all’estero per migliorarmi e giocare competizioni importanti – racconta il capitano della Nazionale finlandese, tornando ai tempi del passaggio dal TPS al vivaio dell’Ajax -, come avrei poi fatto con la Champions e l’Europa League». Senza contare la sfilza di campionati vinti: ben tre tra Az (2008/09) e Ajax (2012/13 e 2013/14).

Italia. Dopo nove anni in Olanda, la Sampdoria. «Sono da sempre un grande fan del campionato italiano – prosegue il due volte premiato come miglior giocatore finlandese dell’anno -, poter arrivare in Serie A era un sogno. L’impatto è stato difficile, perché sono arrivato infortunato e mi sono trovato di fronte ad un modo di lavorare, di vivere e parlare completamente nuovo. Però mi sono allenato duramente, studiando anche il modo in cui la squadra giocava e, dopo le prime difficoltà, con Montella sto migliorando. Ora l’obiettivo è solo uno: quello di dimostrare quello che so fare per davvero e chiudere la stagione al meglio».

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