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Montella a Radio Anch’io: «L’affetto mi lega alla Samp, Ferrero mi ha convinto a tornare»

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Montella a Radio Anch’io: «L’affetto mi lega alla Samp, Ferrero mi ha convinto a tornare»

Una intervista telefonica lunga sì e no un quarto d’ora. Così Vincenzo Montella ha aperto la sua giornata, intervenendo sulle frequenze RAI di Radio Anch’io. Una vera e propria chiacchierata sui temi del campionato e la sua annata alla Sampdoria, a partire dall’ultimo capitolo. «Contro la Juve abbiamo dato vita ad una gara equilibrata – comincia il mister tornando sul posticipo di Marassi -, anche se i bianconeri per lunghi tratti ci hanno costretto anche a difenderci nella nostra metà campo. C’è stata una grande reazione: abbiamo cercato di restare in partita il più possibile e poi abbiamo rischiato anche di pareggiarla». Dopo l’1-2 di Cassano, uno di quelli che con la nuova gestione appare tirato a lucido. «Antonio? Si è motivato da solo – ribadisce -, dipende tutto da lui. Al mio arrivo a Genova l’ho trovato già così, a me tocca solo il compito di farlo rendere al massimo. Se è una follia pensarlo all’Europeo? La domanda è scomoda, ma un pizzico di follia nella vita ci vuole. Ovviamente dipenderà da Conte e da quello che offrirà la Serie A».

Ritorno. Facciamo un passo indietro: con i blucerchiati in difficoltà l’Aeroplanino è tornato a Bogliasco per portare soccorso. «Ho fatto una scelta ponderata – spiega il mister -, ho voluto la Sampdoria per l’affetto che mi lega a questi colori. E poi Ferrero mi ha convinto col suo entusiasmo. Entrare in corsa è un’esperienza formativa, che mi aiuterà a migliorare il mio bagaglio da allenatore». A proposito di tecnici, praticamente tutte le panchine del campionato sono affidate a italiani, mentre gli stranieri stentano. «Abbiamo una grande scuola – ricorda -, oltre a quelli della Serie A diversi sono in Europa, tutti di grande livello».

Scudetto. Chi ha vinto lo Scudetto sa come si fa, anche se quest’anno fare un pronostico è dura. «Tricolore al Napoli? Romperebbe la monotonia degli ultimi anni – dice Montella, che seguendo proprio gli azzurri di Maradona si approcciò al pallone -, sarebbe qualcosa di diverso per il calcio italiano. La Juve per mentalità ed esperienza però è la più completa, anche se il Napoli ha qualità, entusiasmo e grande organizzazione difensiva. Grazie alle sorprese Inter e Fiorentina comunque sarà un campionato incerto sino alla fine». Sì, ma Sarri ha a disposizione il capocannoniere. «Higuaín – continua – rappresenta tutto ciò che un attaccante dovrebbe essere e un allenatore vorrebbe avere: ha tecnica, grinta, capacità di segnare e mandare in gol i compagni». Tutto giusto, Allegri risponde con Dybala, però, una sorta di reboot di Montella. «Mi somiglia molto – conferma – , soprattutto per le movenze. E poi è mancino come me. Vive meno per il gol, ma è una punta di altissimo livello».

Mercato. Le domanda da casa ci riportano sull’argomento Samp, che poi è quello che ci interessa di più. «Correa e Muriel? Sono giocatori di grandissimo avvenire – assicura -. Joaquín ha un notevole talento, ma deve adattarsi ancora al ritmo italiano. Vedo un grande futuro per lui, e lo stesso vale per Luis. Abbiamo un girone intero ancora da giocare, il nostro campionato inizia domenica, ci potranno dare una grossa mano quest’anno. Mercato? C’è la volontà di migliorare la squadra con giocatori pronti, a prescindere dal fatto che siano giovani o meno. Bisogna fare meglio soprattutto nella fase difensiva: appena sono arrivato siamo stati disastrosi, stiamo però lavorando bene sull’intensità e la concentrazione. E qualche risultato credo si stia vedendo».

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