Il presidente Ferrero all’ANSA: «Non ho insultato nessuno»
«Io ieri ho augurato la morte al calcio malato, non certo a persone fisiche: sono basito e dispiaciuto, perchè un conto è la situazione radiofonica de La Zanzara un altro il testo scritto». Il presidente Massimo Ferrero ha voluto spiegare all’ANSA il perché delle sue frasi su Pulvirenti, specificando il valore delle sue parole: «Sono state frasi pronunciate in un contesto allegorico. In radio parli per battute, ma certe parole quando vengono scritte vengono male interpretate».
Sport pulito. «Io non ho nulla contro la persona fisica – insiste ancora Ferrero -, non auguro la morte a nessuno perché la vita è un valore impagabile. Non ce l’avevo con nessuno direttamente, anche perché se avessi augurato la morte a qualcuno non avrei chiuso la conversazione dicendo che quel signore andrebbe preso a schiaffi tutti i giorni. Intendevo dire che deve morire il calcio malato, di cui ancora paghiamo le conseguenze, da Calciopoli ad oggi. Abbiamo perso svariati milioni di spettatori: non è possibile che noi facciamo tanto per regalare ai nostri ragazzi uno sport pulito, e poi arrivano quattro straccioni che lo sporcano».