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L’allunaggio di Mihajlovic: «Vincere a Firenze per rendere possibile l’impossibile»

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L’allunaggio di Mihajlovic: «Vincere a Firenze per rendere possibile l’impossibile»

«Mira alla Luna e se anche dovessi sbagliare atterrerai sulle stelle. Dobbiamo abituarci a guardare davanti e non più indietro, dobbiamo puntare al terzo posto». Sinisa Mihajlovic è convinto di pilotare l’Apollo 11, quello che per primo portò gli uomini a mettere piede sul satellite terrestre, tanto più dopo le vittorie di alto profilo contro Roma e Inter: «Siamo una squadra con le palle, e poi grande organizzazione, entusiasmo e mentalità. Per noi la Champions League è quasi impossibile, ma proprio su quel ‘quasi’ dobbiamo lavorare. Siamo in alto, mancano dieci giornate e ci dobbiamo provare».

Europa. «Mi sto esponendo molto – dichiara l’allenatore serbo, dopo un inizio di conferenza davvero convincente -, ma voglio che la mia squadra dia tutto sul campo, in modo da non avere rimpianti. E se andasse male e non chiudessimo terzi potremmo andare comunque in Europa League, che è un traguardo molto importante. Rispetto all’anno scorso siamo cresciuti sotto tutti gli aspetti. Rispettiamo gli altri ma non ne abbiamo paura, non abbiamo mai perso la nostra identità contro nessuno».

Viola. La classifica al momento depone a favore del Doria, è evidente. «Abbiamo due punti in più dei Viola a questo punto del campionato e per noi è un orgoglio – non ne fa mistero il balcanico -, perché loro sono una grande squadra. La Fiorentina è forte, ma noi abbiamo voglia di stupire». Quella di sabato potrebbe essere una rivincita? «No, assolutamente – dice respingendo la domanda -, semplicemente le cose non hanno funzionato. Era un momento molto diverso da quello attuale. Devo dire grazie ai Della Valle, perché anche quella è un’esperienza che mi ha fatto crescere. Montella? È bravo e un amico. La Fiorentina gioca su tre fronti ed è molto forte, ma in gara secca possiamo battere tutti».

Sosta. Una vittoria a Firenze per il curriculum di Mihajlovic potrebbe valere un trenta e lode, con tanto di bacio accademico. «Io non devo dimostrare nulla a nessuno – smentisce Sinisa -, perché il nostro lavoro è giudicato dai risultati. Non ci sono mezze misure: oggi sei un fenomeno, domani sei una mezzasega. Come quelli che fanno il mio mestiere, ci ho fatto il callo». E alle soste per le nazionali che vengono sempre nei momenti migliori, anche a quelle si è abituato? «Non le temo – dice convinto -, l’unica cosa che temo siamo noi stessi. Non poniamoci limite e vediamo che succederà».

Disponibilità. Con l’infermeria che si svuota le scelte aumentano, come conferma lo stesso Miha: «Non so chi giocherà. So che ho tanti bravi calciatori, molto disponibili. Chiunque scenderà in campo darà il massimo, così come i tre che potranno entrare dalla panchina: spesso si è decisivi anche senza partire dall’inizio. Okaka sta bene? Sì, come tutti gli altri. Ho grandi professionisti qui alla Sampdoria, chiunque scenderà in campo dimostrerà di essere pronto».

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