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A Roma la Samp sogna ad occhi aperti: De Silvestri e Muriel mandano k.o. i giallorossi

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A Roma la Samp sogna ad occhi aperti: De Silvestri e Muriel mandano k.o. i giallorossi

Non fatevi venire gli occhi rossi, smettete di strofinarveli: non state sognando, il 2-0 è realta. Sarebbe sin troppo facile rifarsi alle parole lustrate domenica in conferenza stampa da Sinisa Mihajlovic, lo sarebbe altrettanto nel vedere in Viviano l’ologramma di Storari e nello spunto di Eto’o – decisivo nell’attivare De Silvestri – quello di Cassano, splendido nel servire Pazzini per il pari cinque anni or sono; ma quella Sampdoria non è solo un’evocazione di quella di delneriana memoria, è una squadra fatta e finita, che ha deciso di mettersi a fabbricare sogni. E di certo non solo a partire da questa notte nella Capitale.

Aperta
. Okaka punta centrale sorretta ai fianchi da Eder ed Eto’o, ali offensive, d’accordo, ma preziosi fin dal principio anche in fase di ripiegamento. Il resto dell’undici titolare blucerchiato ricalca quello anticipato alla vigilia: a difesa di Viviano c’è il quartetto consolidato mentre in mediana agiscono Soriano, Palombo e Obiang. Dopo un buon avvio del Doria, è la Roma a farsi viva con una fiammata dalle parti di Viviano, bravo a neutralizzare in tuffo un pericoloso cross teso di Totti e a bloccare Pjanic sugli sviluppi del corner seguente. Al 18′ l’“Olimpico” esulta per una sforbiciata di Keita su piazzato al bacio di Pjanic, ma la bandierina del guardalinee sventola per un fuorigioco netto. Sull’altro fronte, Okaka imbecca Eder, murato al momento del tiro da una scivolata di Yanga-Mbiwa. La gara scorre piacevole, aperta, con due squadre che non rinunciano ad attaccare.

Saracinesca. Poco prima della mezzora, Iturbe parte dalla sinistra e serve Totti sul vertice opposto dell’area; pur essendo oltre la linea della retroguardia doriana e dunque in posizione irregolare, il capitano giallorosso calcia verso la porta e trova Viviano, che – senza badare all’estetica – toglie ancora le castagne dal fuoco. Così come al minuto 41′ quando un semplice retropassaggio di Regini si trasforma – per colpa del terreno fradicio e di una zolla truffaldina – in un pallone d’oro clamoroso per Gervinho, Viviano la tocca appena, l’ivoriano resta spiazzato e il Doria si salva. Prima del duplice fischio di Calvarese, Totti ci prova dalla distanza, l’estremo blucerchiato para a terra e si ripete d’istinto qualche istante dopo evitando una iellata autorete di Regini a due passi dalla linea di porta. Il vero capolavoro la saracinesca fiesolana lo compie però in pieno recupero, chiudendo lo specchio al destro a botta sicura di Gervinho. Soffriamo ma restiamo in partita.

Lampo. Gli stessi interpreti della prima frazione cominciano anche la seconda, che a sua volta principia come si era chiusa: con la Roma in avanti e con Totti che, ancora in posizione dubbia, sbaglia mira colpendo alla bene e meglio una punizione di Iturbe. Dopo Obiang e Silvestre, Palombo si becca al 6′ il terzo giallo della serata: nessuno dei tre era diffidato. La prima ammonizione di casa arriva all’11’ e se la prende Astori. I giallorossi creano, i blucerchiati segnano. È la dura legge del gol e capita al quarto d’ora, quando Eto’o mette il turbo da azione d’angolo e la mette in area. De Silvestri lotta, arpiona la sfera e, di punta, la mette alle spalle di De Sanctis. Un lampo, dal sapore assai dolce. Il secondo gol consecutivo del terzino in odore di derby lancia il Doria all’inseguimento delle rivali per un posto in Europa, ma la strada è ancora lunga.

Oro. Garcia sceglie la linea-Verde richiamando Totti e inserendo il giovane attaccante. Mihajlovic toglie Obiang, già ammonito e non al meglio sul piano fisico, e si gioca la carta Duncan. Poi è il turno di Doumbia e Ljajic, gettati nella mischia per Iturbe e Torosidis. La Roma tenta giustamente il tutto per tutto, Sinisa prova a colpirla in contropiede: Eder conclude a lato un’azione di rimessa orchestrata da Eto’o qualche frangente prima che Muriel dia il cinque a Okaka. La mezzora passa e il Doria resta indenne. Anzi, raddoppia. Muriel innesta presto la quinta, scarta tutti ma prende il palo, Duncan ed Eder tengono viva l’azione che lo stesso colombiano trasforma in oro. Balla la compagnia blucerchiata e ne ha ben donde: il bis sa di impresa.

Sogno. Tra i fischi dei tifosi di casa, Viviano miracoleggia prima su Verde e poi su Pjanic. Keita si fa espellere in rapidissima sequenza. E poi Palombo salva sulla riga sul pallone diretto in porta, prima che Duncan e Regini si divorino la possibilità di fissare il 3-0 a campo aperto. A recupero ormai inoltrato (47′) Mihajlovic regala la passerella a Eder, che lascia per Wszolek. Calvarese fischia e sembra di tornare indietro nel tempo, ma la cosa bella è che questa volta si può persino migliorare il finale. Continuiamo a lavorare per vivere un campionato da sogno.

Roma            0
Sampdoria   2
Reti
: s.t. 15′ De Silvestri, 33′ Muriel.
Roma (4-3-3): De Sanctis; Torosidis (27′ s.t. Ljajic),
Yanga-Mbiwa,
Astori, Holebas; Florenzi, Keita, Pjanic; Iturbe (23′ s.t. Doumbia), Totti (18′ s.t. Verde), Gervinho.
A disposizione: Lobont, Skorupski, Cole, Paredes, Spolli, Uçan,
Pellegrini, Calabresi, Sanabria.
Allenatore: Rudi Garcia.
Sampdoria (4-3-3): Viviano; De Silvestri, Silvestre,
Romagnoli, Regini; Soriano, Palombo, Obiang (18′ s.t. Duncan); Eder (47′ s.t. Wszolek), Okaka (28′ s.t. Muriel), Eto’o.
A disposizione: Romero, Frison, Correa,
Bergessio, Coda, Djordjevic, Marchionni.
Allenatore:
Sinisa Mihajlovic.
Arbitro: Calvarese di Teramo.
Assistenti:
Passeri di Gubbio e Paganessi di Bergamo.
Quarto ufficiale:
Posado di Bari.
Arbitri
addizionali
: Di Bello di Brindisi e Pairetto di Nichelino.
Note:
espulso al 36′ s.t. Keita per doppia ammonizione; ammoniti al 24′ p.t. Obiang, al 39′ p.t. Silvestre, al 6′ s.t. Palombo, all’11’ s.t. Astori, al 42′ s.t. Pjanic per gioco
scorretto, al 36′ s.t. Keita per comportamento non regolamentare; recupero 2′ p.t. e 4′ s.t.; abbonati 27.605 (rateo gara
602.969 euro), paganti 5.645 (incasso netto 337.445 euro); terreno di
gioco in non perfette condizioni.

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