L’incontenibile Eder: «L’importante è fare punti e muovere la classifica»
Fa la punta, ma corre come un tornante. Ha il fiuto del gol del vecchio volpone d’area e quella falcata da Beep Beep. Eder Citadin Martins è uno di quei giocatori che non ti tradisce mai, ovunque tu lo metta è sempre in grado di creare qualcosa di buono. «Sono contento di aver segnato – comincia il brasiliano trattenutosi in mixed-zone dopo il settimo centro in campionato -. Era importante segnare subito, perché finire il primo tempo in svantaggio avrebbe potuto complicare la partita. Nella ripresa abbiamo adottato un atteggiamento diverso, ne abbiamo parlato negli spogliatoi: abbiamo avuto molte palle-gol, ma non siamo riusciti a segnare, l’importante però era muovere la classifica».
Brillanti. Quando le cose vanno così così, è sempre meglio fare la formica e mettere un punticino da parte piuttosto che viver da cicala aspettando il tempo buono e le vittorie. «Sapevamo che col Sassuolo sarebbe stata difficile – fa un passo indietro il numero 23 -, perché loro stanno facendo bene. Noi oggi avevamo voglia di rifarci e abbiamo cercato di vincere, ma non ci siamo riusciti. Siamo attraversando un momento in cui non siamo brillanti, per cui va bene così alla fine. Il gol di Acerbi ha rischiato di spezzarci le gambe, però noi ci siamo ripresi subito».
Scudetto. Poi Eder approfondisce il discorso, concentrandosi sulle punte e passando poi alle dinamiche di classifica: «Sono arrivati due attaccanti importanti, che si stanno integrando bene: ci daranno una grande mano. L’intesa con Eto’o è buona, ha grande disponibilità, dà molte indicazioni, anche ai più giovani. Non sono certo io che devo presentarvelo. Rispetto all’andata, quando avevamo 5 punti dopo tre partite, adesso ne abbiamo 2. Avevamo pareggiato con Palermo e Sassuolo e vinto con il Torino: ci manca quella vittoria, ma va bene così. Flessione? Non è possibile arrivare allo Scudetto, il calo è normale: basta fare punti. Con l’Empoli sembrava che stessimo soffrendo invece siamo riusciti a vincere, poi c’è stato il Parma e il pari con il Palermo: tutti buoni risultati tolto il Torino».
Attaccare. La partenza di Gabbiadini ha indirizzato il Doria verso un cambio di modulo, un adattamento tattico e lo spostamento di Eder lassù, dove è più letale. «Il mio ruolo è quello di attaccare – commenta il verdeoro, senza svolazzare troppo -, ma se Mihajlovic mi fa giocare esterno segno comunque. Nella prima parte del campionato ho giocato molto largo e ho fatto meno gol, per cui se per fare 33 punti devo giocare ala e segnare mano va bene così. Prima la squadra poi tutto il resto».