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Romero, Doria mon amour: «Qui felice e contento. Che miracolo Buffon!»

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Romero, Doria mon amour: «Qui felice e contento. Che miracolo Buffon!»

Sergio Romero non parla spesso ai media. Al contrario, i media parlano spesso di lui. Questa volta, dopo un paio di parate da alieno, anche il numero uno della Selección si è soffermato a dire la sua ai microfoni e ai taccuini della stampa: «I nostri avversari erano
arrabbiati perché non sono riusciti a vincere. Io invece sono felice: sono qui e do
il cento per cento per questa maglia. L'Europa? È un obiettivo importante, ma la cosa che
conta è rimanere nella parte sinistra della classifica».

Volo. Se la Samp è rimasta aggrappata alla partita è anche e soprattutto merito del suo volo da una liana all'altra sul tiro mancino di Marchisio. «Si è vero, all'inizio abbiamo sofferto – commenta il portiere argentino -, ma poi siamo cresciuti e abbiamo trovato spazio. Una parata di Buffon
ha salvato la partita. È solo colpa sua se non siamo tornati indietro da Torino con tre punti».

Parabola. E invece cosa non è andato in occasione dell'1-0? «Su Evra è saltata la marcatura – analizza el Chiquito -, in mezzo all'area è comparso lui e ha deviato a rete, niente di particolare». Di particolare invece c'è la sua parabola in blucerchiato dopo il ritorno dal Mondiale in Brasile. «Io sono tranquillo – racconta -, sin dal primo giorno ho parlato con il presidente, il direttore e il mister dicendo che sarei tornato da professionista, per fare il mio mestiere. Non mi importa essere il primo o il secondo, mi importa che la squadra vada bene».

Grazie. E pare proprio che le cose vadano nella maniera più giusta. «Grazie a Dio è andato tutto bene – dice occhi rivolti al cielo Romero -, Emiliano era il numero uno. Poi dopo il suo infortunio, sono entrato io. Lavoriamo entrambi bene per questa maglia. È una cosa importante». Poi, ancora una domanda a metà tra la Juve e la strada che porta in Europa. «Questo è un ottimo punto – aggiunge in chiusura di intervista -, speriamo di continuare su questa strada, per andare in Europa. Il fatto di aver fermato una squadra che in casa vince sempre è molto importante».

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