La saggezza di Salamon, un regista per difesa e centrocampo
Vinto,
visto, vissuto lui non lo potrà mai dire. Diciotto giorni esatti
separano Bartosz Salamon e la conquista dello Scudetto da parte della
Sampdoria più forte di sempre. Qualcuno, dunque, a questo altissimo
polacco di 22 anni dovrà raccontare quella storia tricolore e tante
altre ancora, per fargli comprendere al più presto in quale tipo di
realtà il calciomercato lo abbia appena catapultato. Noi, di sicuro,
troveremo Bart, un ragazzo dalle qualità indiscusse e dalle
ottime prospettive, un centrocampista centrale, nato per giocare
davanti alla difesa, ma che, proprio in mezzo alla difesa, è finito
per necessità, convincendo e convincendosi di avere la stoffa per
ricoprire anche quella posizione.
Dizionario.
In fin dei conti, la propensione a sperimentare migliorandosi non gli
è mai mancata. Nemmeno quando, appena sedicenne, dopo aver tirato i
primi calci con il Murowana Goślina e il Lech Poznań,
club della sua città natale, Bart accettò l'offerta del Brescia.
Lontano da papà Roman e mamma Malgorzata, girava immancabilmente con
un piccolo dizionario: era la sua coperta di Linus, strumento
indispensabile per imparare la lingua e adattarsi ad una piazza
scoperta quasi per caso, durante una doppia amichevole con l'Under 16
polacca in Portogallo.
Grandi.
In quell'estate del 2007, Maurizio Micheli, talent scout delle
rondinelle, ci prese in pieno. Messo a disposizione degli Allievi di
Salvatore Giunta, Salamon impressionò tutti già a partire dal
ritiro di Pinzolo e meno di una stagione dopo, il 3 maggio 2008,
Serse Cosmi gli concede in quel di Modena la prima passerella tra i
grandi della prima squadra. Nelle due annate successive disputate
sempre in cadetteria, il biondo marcantonio polacco si ritaglia altre
17 occasioni per dimostrarsi utile, segnando anche un gol – decisivo
– in Coppa Italia contro il Ravenna.
Regista.
Saranno due, invece, in 32 presenze totali, i centri nel campionato
successivo, il primo da titolare, in prestito, nel Foggia di Zdenek
Zeman, un'ottima palestra prima del ritorno a Brescia da ventenne e,
finalmente, da protagonista. Beppe Scienza gli dà fiducia nel suo
ruolo naturale, ma è il subentrato Alessandro Calori ad avere
l'intuizione di provarlo come regista difensivo, lavorando per
un'estate intera al cambio di ruolo. Con Piqué come modello, Bart si applica e, tra un libro di Coelho e un altro di Tolstoj, apprende
come una spugna le nuove consegne.
Testa.
Nelle vesti di libero moderno, efficacie nell'anticipo e prezioso in
fase di impostazione, il baby alfiere della giovani nazionali della
Polonia gioca 22 partite (condite da tre reti) e sfonda, alza la
testa e – scusate rima e paragone – ricorda Sandro Nesta. Manchester
City e Borussia Dortmund addrizzano le orecchie, ma le mani su
Salamon le mette il Milan, strappandolo al Brescia il 31 gennaio
scorso per 3 milioni e mezzo di euro. Senza vedere mai in campo in
gare ufficiali, i mesi a Milanello diventano utili per rapportarsi
con campioni di livello internazionale e per assaggiare la maglia
della nazionale maggiore (il 26 marzo nel 5-0 su San Marino). Un
passaggio derubricato come passato: ora è già futuro. Un futuro
cerchiato di blu.
Bartosz Salamon:
la scheda
Luogo e data di nascita:
Poznań
(Polonia), 1° maggio 1991
Altezza: 194
cm
Peso: 78 kg
Ruolo:
difensore-centrocampista