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Piacere, Fornasier: «Sono pronto a mettermi a disposizione»

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Piacere, Fornasier: «Sono pronto a mettermi a disposizione»

«I'm
excited».
Le prime parole da blucerchiato di Michele Fornasier tradiscono
qualche retaggio anglosassone. Del resto, oltre a un inglese fluente
e un pedigree pedatorio internazionale, la quadriennale militanza al
Manchester United gli ha lasciato in dote anche una fidanzata
d'oltremanica. Toccherà a lei, ora, imparare l'italiano, e sarà più
semplice farlo nella città forse più british dell'intero Stivale.
«Sono
molto contento di essere arrivato a Genova e sinceramente non vedo
l'ora di iniziare questa nuova avventura – racconta il giovane
difensore centrale, appena sbarcato nella sede di Corte
Lambruschini -. Avevo voglia di tornare in Italia e di provare a
ritagliarmi un mio spazio in prima squadra all'interno di un club
importante».


Quanto
ha influito la presenza del tuo conterraneo Osti nel tuo approdo alla
Sampdoria?

«Il
direttore mi conosceva già ai tempi del Conegliano. Voleva portarmi
all'Atalanta nel 2007, ma poi non se ne fece nulla e mi accordai con
la Fiorentina. In questi anni Osti non mi ha mai perso di vista e la
Sampdoria, negli ultimi tempi, è stata la prima società a
interessarsi, ha dimostrato fiducia nei miei confronti, e adesso sono
qui, pronto a mettermi a disposizione».

Cosa
ti hanno lasciato queste stagioni da Red Devil?

«È
stata un'esperienza di vita fantastica, impossibile da considerare
soltanto sotto l'aspetto calcistico. Ho vissuto quattro anni a
Manchester, campionati in cui sono cresciuto come giocatore ma
soprattutto come uomo. Credo di essere maturato molto e di aver
imparato anche qualcosina dentro al rettangolo verde».

Perché
hai deciso di fare retromarcia verso l'Italia?

«Premessa
doverosa: arrivare a giocare nello United è stato un sogno. Avere a che fare,
anche solo in allenamento, con campioni del calibro di Rooney, Giggs
e Van Persie, vedere Ferguson a bordocampo che osserva, ti fa capire
quanto grande sia l'occasione che ti sta passando per le mani. Non è
stato facile prendere la decisione di lasciare una realtà simile, ma
la prospettiva era quella di fare un altro anno con le riserve o di
finire in prestito in una squadra di caratura minore. Allora ho
preferito cambiare aria, rientrare nel mio paese e scegliere la
Samp».

Cosa
conosci del mondo blucerchiato?

«Basta
fare un passo nella Sala Trofei per comprendere che la Sampdoria ha
una storia importante alle spalle. Penso che abbia anche un buon
futuro davanti e che sia l'ambiente ideale per un giovane. Di sicuro
dovrò lavorare molto e lo farò con la speranza di farmi trovare
preparato quando sarò chiamato in causa da mister Rossi».

Oltre
a qualche baby prospetto come te, troverai davanti due mostri sacri
come Gastaldello e Palombo.

«Speriamo
che Angelo faccia il centrocampista così la concorrenza sarà un po'
meno agguerrita. Scherzi a parte, stiamo parlando di due ragazzi che
hanno conquistato la Nazionale, rappresentano due bandiere per questa
piazza. Con loro non mi resta che guardare, ascoltare e imparare».

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