Aste del Match: la 11 di Munari su Etwoo per beneficenza
A giugno di quest'anno Gianni Munari compirà 30 anni. Dieci, e forse
qualcosa di più, spesi a girare l'Italia in lungo e in largo, isole comprese.
Da Sassuolo (casa sua) a Palermo, da Trieste a Lecce, da Giulianova a
Verona, per arrivare a Firenze e a Genova. Pochi calciatori, come lui,
possono dire di aver conosciuto così bene il Bel Paese. E da grande
professionista Gianni si è sempre adattato agli schemi dei suoi allenatori,
alle esigenze della squadra e alle abitudini della città. Altro che la
Bora e il caldo di Palermo. Altro che la Taranta. Gran fisico, piede
sempre caldo, testa alta. Le sue proverbiali incursioni gli hanno
permesso di segnare più di 30 gol tra i professionisti. Una cifra che molte seconde punte non sono mai riuscite a raggiungere. Gli piacerebbe aver trovato casa a Genova, e restarci un po', ma ha grande rispetto per tutte le maglie con le quali ha giocato.
Memoria. A Lecce è stato un giocatore decisivo per il ritorno in massima serie con Papadopulo in panchina. A dicembre del 2007 giganteggia in mezzo al campo del "San Nicola" aiutando i suoi compagni a battere il Bari per 4-0. Un derby che resterà per sempre nella memoria dei tifosi giallorossi. E in quella di Gianni che serve assist al bacio per Tiribocchi e Abbruscato, dimostrandosi non solo centrocampista di quantità, ma anche uomo decisivo per far saltare gli schemi avversari.
Inserimenti. Munari deve attendere l'estate del 2008 per fare l'esordio nel massimo campionato. Forse 25 anni non sono pochi, ma quando realizzi il sogno della tua vita, non c'è età che tenga. Per il calcio si ritorna bambini. Deve attendere qualche mese per segnare il suo primo gol in A, e così decide di farne due in un colpo solo. Prima giornata di ritorno: si gioca contro il Torino e Gianni realizza una doppietta. Mezzala destra e sinistra, che sa contenere e ripartire, grazie alle sue capacità di inserimento riesce ad allungare la squadra e spesso si toglie lo sfizio di segnare un gol. Chissà se in quella parrocchia di Sassuolo si ricordano ancora del ragazzo che giocava da centrocampista nella Consolata 67 e faceva la differenza.
Differenza. Alla Sampdoria arriva nel gennaio del 2012 con un compito ben preciso: fare la differenza, appunto. Serve esperienza, qualità e quantità in mezzo al campo. E possibilmente qualche gol. C'è da riconquistare (e subito) la Serie A. Per la Samp si può anche scendere di categoria, pensa. Non si lascia pregare e la rimonta della squadra di Iachini ha inizio. Culminerà con la notte di Varese, il gol di Pozzi e la promozione. Quest'anno ritrova il campionato più bello del mondo. Quello che aveva conquistato con tanta fatica, e questa volta volta non lo vuole lasciare più. Anche a costo di smetterla di fare su e giù per l'Italia. Perché in fondo Gianni è sicuro di averla girata abbastanza. E poi vuoi mettere come si vive bene a Genova?
Etwoo. A partire da pochi istanti fa e fino al prossimo 26 aprile,
la numero 11 blucerchiata – autografata da Gianni Munari in diretta su Samp TV nel
post-partita di Doria-Palermo – la
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