Rossi e il futuro: «Prima il Parma e la salvezza, poi ne parliamo»
«Volevo
fare gli auguri al presidente. Questo è un passo importante, anche
perché nel suo ruolo ha avuto grandi predecessori». Siamo all'antivigilia di Sampdoria-Parma, ma a catturare l'attenzione
nella sala stampa del "Mugnaini" sono soprattutto le parole che
mister Delio Rossi ha dedicato al Edoardo Garrone, sedicesimo numero uno della storia blucerchiata. «Sarà
avvantaggiato dal fatto di essere tifoso della squadra – continua
il mister -, ma dovrà coniugare raziocinio e cuore. Non è una cosa semplice,
tuttavia credo abbia tutte le qualità per fare bene. Voglio inoltre
ringraziarlo per le parole spese sul mio conto, soprattutto come
uomo, perché gli allenatori vanno e vengono, ma le persone restano».
Domenica
la Samp affronterà il Parma, che non vince dal giorno dell'Epifania.
Che avversario si aspetta?
«Il
Parma ha fatto una prima parte di campionato scintillante, ora sta
andando un po' meno bene. Mi aspetto una squadra con dei valori,
perché sennò non si riescono a fare le cose che hanno fatto loro in
questa stagione. Mi aspetto però anche una Samp con un atteggiamento
giusto, come nelle ultime uscite: è con gare come quella
contro il Parma che si costruiscono i campionati».
Donadoni
ha spesso utilizzato come modulo il 3-4-3, che difesa utilizzerà la
Samp?
«Non
hanno stringenti esigenze di classifica, per cui immagino che
verranno qui a fare il loro gioco. Non so come si schiereranno, al
contrario so che noi ci siamo preparati e siamo pronti. Non muteremo
il nostro modo di giocare».
Tornerà
a disposizione Palombo, recupererà il suo posto nel pacchetto
arretrato?
«Palombo
era già a disposizione domenica scorsa, anche se di ritorno da un
infortunio, ma chi ha giocato non lo ha fatto rimpiangere. Vedremo».
Domenica
nel secondo tempo si è vista la coppia Eder-Sansone, è solo una
soluzione d'emergenza o c'è di più? Chi ha visto meglio in settimana?
«Ho
quattro punte, il che mi permetter di variare. L'importante è che
stiano bene, poi è un problema mio. Dovendo stare a quello che ho visto nella partita contro gli Allievi,
nessuno dei due».
Qual
è la situazione dell'infermeria?
«Per lo più
piccoli contrattempi. Tranne Poulsen e Berardi, sono tutti a
disposizione».
Questi
contrattempi nei quali sono incorsi alcuni giocatori possono incidere
sulle scelte domenicali?
«Mancano
due allenamenti, e poi la formazione la faccio la notte del sabato,
per cui ho tempo per fare le mie valutazioni. Non fa molta differenza
se uno svolge un allenamento differenziato in più o meno, non si
perde la condizione in pochi giorni».
Un
febbraio d'oro, ma che andamento hanno le sue squadre a marzo?
«Febbraio
è stato davvero un grande mese, peccato duri solo 28 giorni e sia il
più corto di tutti. Potrei rispondere efficacemente a questa domanda
se avessi preso in mano la squadra sin dall'inizio. Molto dipende
dalla preparazione con la quale ho trovato i ragazzi. Sto facendo un
discorso sulla preparazione fisica, ma è la testa che comanda le
gambe. Avete mai visto una squadra pesante alla prima di campionato?
No, anche se la preparazione è stata densa. Questo dimostra che
molto dipende dal cervello».
Quante
percentuali di miglioramento ha questa squadra?
«Questo
gruppo, vista l'età, ha degli ampi margini di crescita. Come ho già
detto, in questi due mesi abbiamo dato un'infarinatura, ma per
lavorare sui dettagli possono servire davvero degli anni».
I
risultati hanno forse sbloccato alcune individualità?
«Sicuramente
dal punto di vista mentale si può rischiare un po' di più. Il
miglioramento però passa sempre dall'alzare progressivamente
l'asticella degli obbiettivi. Non bisogna mai pensare di essere
diventati bravi, perché è in quel momento che si inizia ad andare
all'indietro. Se uno va sempre al 150 per cento ci potrà essere anche un
momento in cui non la beccherà mai, ma quando la beccherà…».
Edoardo Garrone ha raccontato anche i retroscena sulla
firma del nuovo contratto. Qual è la sua posizione?
«La
storia è chiara: il contratto scade il 30 giugno. C'è scritto che
qualche giorno prima ci saremmo seduti al tavolo per definire il
futuro. Il presidente mi ha chiamato per accelerare la questione, ma
mi sono sentito di dirgli che siamo ancora in mezzo al guado. Una
volta salvi ne parleremo. Se sono scaramantico? No, però ci credo.
Comunque sia, la firma è l'ultimo dei miei problemi».
Domenica
sarà di nuovo in panchina. Ha qualche gesto scaramantico per questo
ritorno?
«Io
sono banale, ma mi tocca ripetermi: credo che l'allenatore sia molto
più importante in settimana che non alla domenica. Certo, un po' di
esperienza non guasta, ma a dimostrazione di quello che vi sto
dicendo c'è il fatto che con Limone le cose sono andate bene. Per
certi versi, anzi, sarebbe meglio che ci stesse lui in panchina,
visto che è più fortunato. E come dico sempre: meglio fortunato che
ricco».