Edoardo Garrone: «Sarò presidente a modo mio, con impegno e passione»
Solidità
e sostenibilità. Serietà e simpatia. Solidarietà e sociale. E, si
spera, stadio. Sarà una Sampdoria all'insegna della "s" quella
di Edoardo Garrone. Accanto ai consiglieri che lo avevano appena
nominato come sedicesimo presidente della storia blucerchiata, il
nuovo numero uno della società di Corte Lambruschini ha illustrato agli operatori dell'informaizone le linee guida del proprio mandato.
Consiglio.
«La scelta di cooptare Monica Mondini quale vicepresidente tiene
conto di due considerazioni. La prima è che si tratta della parente
tifosa più presente allo stadio: credo abbia mancato pochissime
partite a Marassi, ha saputo essere vicina alle scelte di mio padre e
lo ha sempre sostenuto. E poi mia cugina Monica è un membro
importante della nostra grande famiglia. In un ruolo equilibrato e
sinergico tra chi si chiama Garrone e chi si chiama Mondini, ci
aiuterà nella sua nuova veste a fare ancora meglio. Al suo fianco resta Fabrizio Parodi che dall'inizio ci supporta a vario titolo e resta accanto a noi con rinnovata fiducia. Paolo
Lanzoni, invece, è una nostra vecchia conoscenza, una persona molto
stimata dalla mia famiglia e in ERG. Era già stato consigliere nel
primo periodo, lasciò per non essere d'intralcio a mio padre e
torna oggi da esperto in
fatto di finanza qual è».
Eredità
morale. «Su mio padre sono state dette tantissime cose. Abbiamo
ricevuto manifestazioni di stima soprattutto per la serietà di come
ha gestito le sue aziende e i rapporti umani. Mio padre ha lasciato
prima di tutto un'eredità morale. Ed è per questo che mi sento di
portare avanti la sua visione etica negli affari e nel calcio, un
settore dove ce n'è un assoluto bisogno. Per il calcio mio padre ha
fatto molto di più di quello che si ricordi: se molte squadre di
media-bassa Serie A possono contare su maggiori ricavi dei diritti tv
lo si deve soprattutto a lui. Si è preso dei rischi e degli schiaffi
ma ha contribuito a cambiare il modello dei diritti, portandoli
dall'individuale al collettivo.
Sarà la sua eredità la stella polare del mio impegno per la
Sampdoria, per i tifosi e per la mia famiglia».
Solidità
e sostenibilità. «Esistono alcune linee guida che caratterizzeranno
il lavoro di questa società. Mi piace ricordarle nel segno della "s", la "s" di Sampdoria. Partirei, nello stesso tempo, dai
concetti di solidità e sostenibilità. Lo scenario economico in cui
si trova coinvolto l'intero paese è molto negativo. La crisi ha
impattato sul mondo del calcio: l'effetto probabile che prevediamo
alla fine dei prossimi due anni di contratto dei diritti collettivi
sarà un calo delle risorse. Noi, come Sampdoria, sappiamo che
dobbiamo tenere ben presente cosa potrebbe succedere, ovvero
rischiare la sopravvivenza. È per questo che dovremo fare attenzione
ai costi, alla gestione dei contratti dei calciatori, agli
investimenti. Dovremo cercare di minimizzare gli errori e di
programmare a lungo termine, mediante un piano quadriennale di
definizione del budget che stiamo già attuando. Non vogliamo
rischiare di fare benissimo un anno e l'altro anno di sparire. E non
vogliamo neppure essere una famiglia di azionisti “mordi e fuggi”.
La nostra intenzione è avere la capacità di gestire la Sampdoria a
lungo termine nell'ottica della sostenibilità e della solidità,
facendo da garanzia alla società, ai dipendenti e ai tifosi».
Serietà
e simpatia. «In più la Sampdoria deve essere seria e simpatica. In
tutti i campi, dirigenziale e aziendale, abbiamo bisogno di persone
capaci, fidate e fedeli. A me non piace parlare di stile: la
Sampdoria è un modo di essere. Lo abbiamo ereditato dal passato e
mio padre ha saputo portarlo avanti con la sua personalità. Io avrò
la mia ma continuerò a perseguire l'obiettivo di fare della
Sampdoria un altro tipo di calcio. Lo faremo cercando di rafforzare
le iniziative di Sampdoria Marketing & Communication, non solo
con la diffusione sul brand ma anche nell'ottica delle famiglie, di
far tornare i tifosi in trasferta come una volta, superando regole
burocratiche limitanti. E poi non potremo fare a meno di solidarietà,
di sociale e social network, di bilancio sociale, di
internazionalizzazione, come testimonia lo scambio di esperienze con
la Cina e non solo. Un filone importante sarà far conoscere e capire
la Sampdoria nel mondo. Questo per essere più forti e per aprirci,
un domani, a partner veri, per essere sempre più solidi e
sostenibili».
Stadio.
«Se le linee guida sono chiare, lo stadio alla Fiera rappresenta
un'opportunità al momento non tangibile. La costruzione di un
impianto era un progetto a cui già mio padre aveva lavorato
tantissimo anni fa con un'unica finalità, ovvero rafforzare il
patrimonio della Sampdoria. Lo stadio alla Fiera verrà fatto a due
condizioni: che abbia un ritorno e rafforzi la Sampdoria; che Genova
e il Comune siano convinti che sia un'opera che porti ricchezza alla
città. Noi crediamo ci siano le condizioni per dimostrarlo: i ricavi
della società potrebbero aumentare del 15, 20 per cento e dagli
attuali 42 milioni il fatturato potrebbe arrivare ai 50 milioni di
euro; e anche la città potrebbe trarne benefici. Lavoreremo in
questa direzione e nell'arco di qualche mese vedremo se potremo
effettivamente farlo».
Passione
e impegno. «Io non so che numero sono nella storia. Non ho voluto
guardarlo apposta. Farò il presidente con la mia personalità.
Spesso si vive di confronti: io sarò il presidente Edoardo, di
questi tempi, dei miei tempi, e porterò avanti il mio mandato
tenendo ben presente l'eredità morale lasciata da mio padre, il
valore per questa maglia e i punti che prima ho elencato. Posso
promettere soltanto di essere me stesso e di lavorare con grande
passione e grande impegno. Quando faremo bene lo faremo per la
Sampdoria, quando sbaglieremo correggeremo il tiro. Nelle decisioni
difficili starò sempre attento a mettere il cuore da parte e a
decidere con la testa. Nel calcio è dura non farsi trascinare, la
passione resta ed è tanta. Sono sicuro che faremo bene».
Modello.
«Credo sia imprescindibile lavorare su un modello tipo quello
dell'Udinese. Una società come la Samp non può avere un monte
ingaggi superiore a un certo livello. La nostra idea è quella di
valorizzare i giovani, usufruirne a livello tecnico e disinvestire
quando si è costretti a fare mercato per investire nuovamente e
alimentare la continuità. Dobbiamo rafforzare questo progetto al
quale stiamo già lavorando con grande attenzione».
Mister.
«Mi sarebbe piaciuto venire qui e dirvi che Delio Rossi sarà
l'allenatore anche per il futuro. Non lo posso dire perché non ci
siamo ancora incontrati. A me ricorda un allenatore che non nomino ma
che a mio padre è piaciuto di più. Era un uomo vero. Rossi lo è a
sua volta. Con le sue ruvidità, con la sua dedizione maniacale. È
un uomo vero quando ti dice le cose. Sta facendo un bel lavoro, è un
maestro di calcio. Si era deciso di fare un accordo fino a giugno e
di discutere di un eventuale rinnovo o meno quando la squadra sarebbe
stata salva. Io, entusiasta, mi sono fatto prendere la mano e gli ho
chiesto di vederci prima di questa conferenza. Lui, per cabala, ha
preferito rimandare. Ci vedremo quando, toccando legno, avremmo la
certezza di rimanere in Serie A. Il mio desiderio è proseguire con
lui».
YouTube. Per rivedere la conferenza stampa di Edoardo Garrone in integrale clicca qui.
Nella foto Pegaso, Edoardo Garrone, nuovo presidente dell'U.C. Sampdoria.