L'esultanza di Delio Rossi: «Compiuta un'impresa»
«Non
ho pianto, ma sono molto contento perché la squadra ha compiuto
un'impresa». Delio Rossi sgombra il campo da equivoci televisivi al
termine dell'1-2 allo "Juventus Stadium". «Abbiamo vinto in casa
della capolista – dice -, Campione d'Italia in carica, in rimonta e in
inferiorità numerica, credo che essere soddisfatti sia il minimo.
Non abbiamo riaperto una gara chiusa, perché la Sampdoria è rimasta
sempre in partita: nell'intervallo ho cambiato qualcosina, ma il
merito di questa vittoria è tutto dei ragazzi».
Analisi.
«Dopo l'espulsione di Berardi – spiega il mister -, potevo passare al 4-4-1 ma non avevo
il trait d'union per innescare l'attaccante.
Non va dimenticato che ho un centrocampo abituato a giocare a tre e
cambiare in mezzo sarebbe stato troppo traumatico. Inoltre
sull'1-0, seppur in dieci contro undici, avevamo il dovere di provare
a giocare la partita e siamo stati bravi ad interpretarla nella
maniera giusta. Come ho visto la Juventus? Non sta a me dare un giudizio
sui bianconeri, sicuramente in altre occasioni la squadra di Conte è
stata più arrembante, ma l'impresa è tutta della mia squadra».
Modulo.
Dopo le prove fatte in settimana al "Mugnaini" di
Bogliasco, Rossi ha opposto alla Juve uno speculare 3-5-2, un atteggiamento tattico che secondo
il tecnico riminese potrà essere riproposto anche in futuro: «Penso
che lo rivedremo anche nelle prossime partite: entrando in corsa sono io che mi devo
adattare ai giocatori che ho a disposizione e questo sistema di gioco
mi permette di sfruttare al meglio le qualità del gruppo».
Fiducia.
«Su quali aspetti ho dovuto lavorare? Da lavorare c'è ancora molto – puntualizza -,
ma sicuramente ho provato fin dal primo giorno ad infondere fiducia
nel gruppo; un gruppo che ha delle
qualità per il campionato che dovrà disputare da qui a maggio, ovvero per trovare tre squadre da mettersi alle spalle per raggiungere la
salvezza. Abbiamo ancora molta strada da fare, ma questa
partita dà morale e ci permette di preparare con serenità le
prossime».
Vetrino.
«Icardi è un ragazzo che ha qualità – prosegue Rossi,
che spiega la scelta di mantenere il ragazzo in Italia, nonostante la
convocazione dell'Argentina Under 20 per il Sudamericano di categoria -. Onestamente trovavo sciocco mandarlo a
fare un torneo giovanile quando qui ha la possibilità di giocare
titolare in Serie A, che è certamente una vetrina maggiore. Quest'impresa di Torino firmata da una sua
doppietta ne è la dimostrazione».
Angelo.
«Palombo è un giocatore esperto e noi siamo una squadra molto
giovane, forse la più giovane della Serie A quindi il suo apporto
può essere importante – aggiunge il tecnico blucerchiato,
rispondendo a chi gli chiede di analizzare la prova del numero 17 -. Angelo ha già giocato in
difesa in passato e credo che possa esprimersi bene come centrale
di una retroguardia a tre: ha personalità, calcio e la capacità di uscire
palla al piede per far ripartire l'azione».
Scelta.
«Per me la storia con Ljajic era finita due secondi dopo l'accaduto
– conclude Delio Rossi -. Alla cosa è stata data una risonanza
maggiore di quella che in realtà avrebbe dovuto avere, perché è
avvenuta in campo, davanti al pubblico e alle tv e non all'interno
dello spogliatoio. Sono rimasto fermo per scelta, non perché non
avessi proposte. Poi è arrivata la Sampdoria, una società formata
da persone che hanno valori importanti, che condivido. Ho scelto più
per il futuro che per il presente».
Nella foto Pegaso, mister Delio Rossi impegnato ad impartire ordini ai suoi ragazzi durante Juve-Doria.