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Rossi: «Devo trovare un sistema che coinvolga più giocatori possibili»

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Rossi: «Devo trovare un sistema che coinvolga più giocatori possibili»

La
Juventus è alle porte, la Sampdoria si prepara per andare a farle
visita. A due settimane e spiccioli dal suo arrivo, Delio Rossi prova
a fare il punto della situazione in casa blucerchiata. Lo fa toccando
diversi argomenti, a cominciare da un primo piccolo bilancio. «Sono
arrivato poco prima dell'ultima partita di campionato – comincia
nella prima conferenza stampa del 2013 -, con un programma già
definito di sette giorni di vacanza, due in più per i sudamericani.
Alla ripresa abbiamo lavorato un po' dal punto di vista fisico, poi,
con l'arrivo di tutti, siamo passati alla tattica. In questo senso,
l'idea principale è quella di trovare un sistema di gioco che
coinvolga più giocatori possibili».

Strada.
«Io ad esempio so fare benissimo il 4-4-2, ma non ha senso, non
posso stravolgere tutto e dire alla società di comprarmi cinque
giocatori per fare quel modulo. Per trovare il sistema giusto servirà
un periodo di lavoro e di conoscenza. Sono curioso di vedere domenica
quello che sto vedendo in questi giorni, un gruppo che si sta adattando. L'esigenza è fare presto e
bene, sono abbastanza soddisfatto, ma c'è ancora tanta strada da fare».

Tempo.
«Non sono uno che cambia i sistemi di gioco in base agli avversari.
Io lavoro su uno schema predefinito su cui magari mettere qualche
variante. Ripeto: ci vuole tempo per dare un sistema a una squadra e
io lo devo scegliere in base alle caratteristiche dei miei
calciatori. Per
domenica penso che non ci discosteremo dall'ultima partita».

Portieri.
«Romero sta meglio, oggi starà a riposo precauzionale. Da Costa ha
un problemino a un gomito. Certo, sarebbe stato meglio averne uno
solo con due problemi. Valuteremo domani entrambi, giocherà chi
starà bene».

Stimoli.
«Non ho mai giocato nel nuovo stadio. Sì, qualche volta ho vinto a
Torino ma ogni partita fa storia a sé, fa tutto parte del passato.
Stimoli maggiori perché affrontiamo la capolista? Se non ha stimoli
uno che fa il calciatore in Serie A, indipendentemente dall'avversario che affronta, deve cambiare mestiere. Lo stimolo può non averlo uno che
lavora in banca tutti i giorni e magari prende 1.500 euro al mese».

Gerarchie.
«Le gerarchie si azzerano quando c'è un cambio di guida tecnica. Io
non ho in assoluto i titolari e le riserve: è il campo che mi dice
chi deve giocare. Che io vinca con Palombo o Icardi o il
ragazzino della Primavera a me non può fregare di meno. L'importante
è che vada bene la Sampdoria e i ragazzi lo sanno: va dentro chi mi dà qualcosa in più, gli altri
stanno fuori».

Ruoli.
«Palombo? Sto facendo delle prove. Se giochiamo con la difesa a tre
mi serve uno che sappia uscire con la palla. Mi piacciono i difensori
che prima difendono ma se sanno fare entrambe le cose è ancora
meglio. Lui ha tecnica, esperienza e l'ha già fatto in passato.
Krsticic? Mi sembra un giocatore che sa giocare a pallone. Non lo
vedo esterno, può fare il centrale o il laterale di centrocampo.
Fantasista? È un ruolo che non esiste. Silvan è un fantasista. Non
è ancora caratterizzato al cento per cento, lui come altri. Il mio
lavoro è trovare loro una collocazione».

Juve.
«Pirlo è un giocatore particolare, marcarlo a uomo potrebbe non
essere la soluzione migliore perché lui, non essendo un ragazzino,
si va andrebbe a scegliere la posizione ideale. E poi non posso
giocare a uomo come Bearzot che ha messo Gentile su Maradona. Di
sicuro terremo i bianconeri in considerazione, hanno giocatori in
grado di fare la differenza, ma mi auguro che anche loro abbiano un
po' di preoccupazione di fronte a noi».

Mercato.
«La società mi ha chiamato e mi ha detto: cerca di sistemare meglio
possibile il materiale che hai a disposizione. Penso che nel momento
in cui ci servissero uno o due giocatori, non si tirerebbe indietro.
Adesso, in fondo, chi vai a comprare? Uno che non gioca da un'altra
parte, uno straniero che non sa la lingua o uno che gioca titolare in
un'altra squadra a cui devi dare un sacco di soldi. Devo conoscere
meglio i giocatori per avere un'idea precisa: così vedremo se
investire il tesoretto in un ruolo specifico o se rendere la rosa più
omogenea».

Verifiche.
«In linea di massima l'impegno più arduo ti dà risposte migliori.
Non credo però sia il nostro caso. Giocheremo nell'ordine con
Juventus e Milan, due squadre sulla carta più forti di noi. Contro
di loro puoi colmare il gap con organizzazione, con il fisico e con
il gioco. Le verifiche possono essere falsate ma penso di avere
l'esperienza di saper leggere tra le righe».

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