Rossi spiega la sconfitta: «Dopo il gol ci siamo impauriti»
«Questa
partita mi offre una fotografia di dove e come andare ad operare».
Sarà dunque una sosta per modo di dire, quella di Delio Rossi, che
in queste settimane di stop del campionato potrà mettersi al lavoro
sulla sua Sampdoria, andando a correggere quanto di errato osservato
nei suoi primi 90 minuti a Marassi. «Ieri ho detto sarei
stato curioso di vedere questa partita: difficoltà, approccio, cose
buone e cose meno buone. Quello che ho visto mi sarà d'aiuto per le
giornate a venire – spiega nel post-gara il nuovo allenatore
blucerchiato -. Secondo me per mezzora siamo stati persino migliori
della Lazio, operando anche con buone trame tecniche. Poi dopo il gol
ci siamo impauriti, perdendo il bandolo della matassa e diventando
arruffoni. Siamo stati incapaci di aprire il gioco e così abbiamo
favorito il gioco difensivo dei nostri avversari, che si sono chiusi
con esperienza conservando il vantaggio».
Modulo. «Nella
vita devi fare delle scelte: giocando in casa io ho pensato di
partire con due punte – racconta il mister -. L'idea era quella di
mettere in campo una formazione quanto più simile a dell'anno
passato. Mi spiace solo di non aver potuto operare i cambi in totale
libertà, viste le necessarie sostituzioni di Krsticic, che ha preso
una botta forte alla tibia, e Berardi, affaticato al flessore.Il
modulo dipende dai giocatori che hai a disposizione. Senza due
esterni con determinate caratteristiche il 4-3-3 è fine a sé
stesso. Certo, il 4-3-1-2 tende a cercare le percussioni centrali e
oggi non ci ha favorito, ma ci sono mosse e movimenti che anche con
questo sistema permettono di dilatare il raggio d'azione».
Riparazione. «Non
si può pensare di stravolgere la squadra – ammette Rossi -.
Arrivando in corsa bisogna cercare di adattarsi ai giocatori già
presenti in rosa. Se poi andranno fatti degli aggiustamenti sono
sicuro che la società non si tirerà indietro. Io intanto devo
lavorare con i ragazzi sulla fase di possesso. Non siamo stati fluidi
nella circolazione del pallone e talvolta abbiamo abusato dei lanci
lunghi, tentando perforazioni per vie centrali che non facevano altro
che facilitare il lavoro alla difesa biancoceleste».
Manovra. «Il
nostro problema è la scarsa predisposizione al tiro da fuori? Non
credo – risponde secco -. Penso invece che al gol si debba arrivare
con una manovra collettiva e che noi dobbiamo migliorare sempre più
nella produzione di azioni di questo tipo. Questo sarà uno degli
aspetti che andremo a curare sin dalla ripresa degli allenamenti».