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Mister Ferrara: «Questo gruppo ha la cultura del lavoro»

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Mister Ferrara: «Questo gruppo ha la cultura del lavoro»

«Ho visto tanti bambini, tante bandiere della Samp. Davvero una bella accoglienza». Uno dei primi pensieri va a Bardonecchia, la cittadina che ha appena dato il proprio benvenuto in pompa magna ai blucerchiati, staff, giocatori e tifosi. Ciro Ferrara si guarda attorno e nota gente felice. «Mi fa piacere – puntualizza subito il mister nella prima conferenza stampa dal Campo Sportivo della Valsusa -, ma non posso assolutamente prendermi i meriti di questa
nuova ventata d'entusiasmo, perché è evidente che questo è figlio del
lavoro fatto da chi ha ottenuto la promozione. Per quello che mi e ci riguarda cercheremo di dare a
questa tifoseria, che ho sempre stimato anche quando affrontavo la
Sampdoria da avversario, tante soddisfazioni».

Era nel destino tornare ad allenare una
squadra di club, era un suo desiderio abbandonare la figura da
selezionatore?

«Nel corso di questi due anni
ci sono stati contatti con altri club, ma questa occasione che si è
presentata in un momento particolare della stagione ha fatto sì che i
tempi venissero anticipati. L'intenzione era quella di chiudere il
percorso con l'Under 21 a giugno 2013, mi è dispiaciuto lasciare un
lavoro a metà e non posso che ringraziare la Federazione, chi ha
lavorato con me, i ragazzi che si sono succeduti in questi due anni. Ora la mia storia cambia: le mie giornate saranno diverse, ma era
quello che volevo, felice di questa nuova scelta».

Cosa porta alla Sampdoria dell'esperienza nell'Under e anche di quella precedente alla Juventus?
«Ai tempi della Juve s'è parlato molto della mia inesperienza in panchina. Un'esperienza che s'è conclusa negli ultimi due mesi non come avrei voluto. L'analisi non è stata un'analisi a 360 gradi, non è bello dirlo ma chi è venuto dopo, a parte Antonio Conte, non è riuscito a portare la Juventus ai livelli che merita. Oggi ho molte più certezze, ma entrambe le esperienze mi hanno insegnato molto. Ora credo di essere pronto per poter lavorare per un club così prestigioso. L'ho detto in sede di presentazione, credo di esser capitato nell'ambiente ideale per poter lavorare».

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Le preparazioni sono cambiate dai tuoi tempi: come si lavora col mercato sempre aperto?

«Il mercato è ancora aperto e molto lungo, ma non è un problema che riguarda esclusivamente la Sampdoria e Ciro Ferrara. Noi partiamo da una base solida e questa situazione mi permetterà di valutare la rosa in queste settimane per vedere se servirà intervenire ulteriormente. Ho trovato grande disponibilità nel gruppo, che ha una grandissima cultura del lavoro: quando c'è voglia ed entusiasmo nei ragazzi si possono superare molti altri problemi. In questi giorni sono molto contento. La società e il direttore Sensibile stanno lavorando molto bene e non è detto che anche a breve possano esserci altre sorprese».

Sampdoria neopromossa atipica. Problema o stimolo?
«Sarà uno stimolo, ci fa piacere che gli avversari rispettino la Sampdoria e la storia di questa società. La Serie A è la casa della Sampdoria: dovremo essere bravi, noi così come il pubblico, a capire che arriviamo in A al termine di un percorso che è stato difficile e sofferto. Cercheremo di mantenere la categoria con tutte le nostre forze, senza porci limiti e cercando di proporre un calcio che possa divertire i nostri tifosi, sfruttando le qualità che abbiamo i nostri giocatori».

Come cambia l'approccio al lavoro da una nazionale alla Sampdoria?
«Nell'Under 21 avevo le convocazioni che mi permettevano di scegliere i giocatori che ritenevo più giusti, a seconda dello stato di forma o dell'avversario; qui non potremo sbagliare i giocatori e soprattutto gli uomini. Non cambio il mio metodo di lavoro, anche se a differenza dell'Under il contatto con la squadra è giornaliero. Quest'aspetto può essere positivo per instaurare un rapporto con ogni singolo giocatore, ma in alcuni casi potrebbero nascere frizioni. Dobbiamo essere bravi da entrambe le parti a lavorare in maniera seria per il bene della Sampdoria, poi ci sarà anche il momento per alzare la voce e fare delle scelte, ma anche scherzare e sdrammatizzare».

Il Doria a Varese, nella finale dei playoff di Serie B, aveva in campo Soriano e Obiang, Krsticic in panchina. Quanto servirà la sua dimestichezza coi giovani per gestire questi ragazzi?
«Una squadra non può essere composta esclusivamente da giovani. I giovani meritevoli devono entrare a far parte di un contesto di squadra in maniera graduale. Alla Sampdoria l'età media è bassa, quindi questi giocatori sono importanti e sicuramente troveranno spazio e soddisfazioni in questo contesto».

Allenamenti tosti, più di due ore di lavoro. Che tipo di crescita si aspetta dal punto di vista fisico?

«Già in questi due giorni abbiamo lavorato bene sul campo. Questo sarà un periodo di grosso carico. Svolgeremo quasi sempre doppie sedute d'allenamento, anche in occasione dei primi test amichevoli sono previste sedute mattutine, ma i ragazzi mi sembrano pronti e ben disposti a faticare. Ci sarà chi entrerà in forma prima, chi sarà imballato, ma questo rientra nelle norme delle cose. Non ci sono le coppe, quindi avremo la possibilità di lavorare durante la settimana bene per tenere una condizione alta per tutto l'arco della stagione».

Nella foto Pegaso, Ciro Ferrara, nuovo e sorridente allenatore blucerchiato.

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