Grazie Alfredo. Il ricordo del collega Alberto Pizzorni
Riceviamo dal collega Alberto Pizzorni e pubblichiamo con piacere un dolce ricordo del compianto Alfredo Provenzali, scomparso nella notte all'età di 78 anni. I funerali del giornalista avranno luogo domani, sabato, alle ore 11.45, nella chiesa di N.S. della Consolazione e di S. Vincenzo Martire, a Genova.
Ho conosciuto Alfredo Provenzali in
Rai nei primi anni Settanta, lui era già una "voce" io tentavo
la strada della radio. Ho scelto la carta stampata ma non ho più
perso la sua frequentazione. Se la domenica capitava di essere
inviati sullo stesso campo spesso si viaggiava insieme e lì ho
imparato quanta professionalità aveva: prima della partita non
pranzava mai, eppure era una ottima forchetta, perché temeva che
qualcosa potesse provocargli improvvisi disturbi, non voleva
rischiare nulla. La sua preparazione alla partita era maniacale, in
macchina o in treno leggeva tutti i giornali e prendeva appunti come
se la radiocronaca che andava a fare fosse la prima, quella
dell’esordio per la quale ti prepari al massimo. In ogni stadio
veniva accolto con grande cortesia e signorilità perché tutti gli
riconoscevano oltre alla professionalità una dote sempre più rara,
quella di essere un signore, una persone educata, come educate sono
state le sue radiocronache, racconti di fatti, cronaca reale sia che
fosse di calcio, sport per il quale era conosciuto dai più, sia di
ciclismo o di pallanuoto, la sua grande passione.
Quando nel 2006 la Sampdoria decise di
celebrare i suoi 60 anni di vita non ebbi alcun dubbio a chiedere ad
Alfredo Provenzali un contributo per il libro e per il video. Era
stato lui, in occasione di una trasferta fatta insieme a Torino per
un Juventus-Sampdoria, a rivelarmi la sua fede blucerchiata e a
raccontarmi divertito le sue tribolazioni famigliari stretto tra la
moglie, signora Marisa genoana da gradinata nord e la figlia, Paola,
juventina convinta. Alfredo aveva dodici anni quando andò a vedere
la prima partita della Sampdoria accompagnato dallo zio e due mesi
dopo poi la gioia della vittoria nel primo derby quando segnò un suo
idolo, Frugali, un ragazzo di Sampierdarena cresciuto sul campetto
del Don Bosco. Per lui, dodicenne sampierdarenese, conoscere un
giocatore della Sampdoria era come toccare il cielo con un dito. La
passione crebbe nel tempo, si radicò ma dovette anche andare in
clandestinità, a quei tempi i giornalisti nascondevano le loro
passioni, dovevano essere cronisti e non tifosi.
Le pagine che ha scritto Alfredo
Provenzali per il nostro libro raccontano la nascita della Sampdoria
ma anche la storia dell’immediato dopoguerra. Le ho rilette questa
mattina, meritano. So quanta fatica sia costata ad Alfredo scrivere
così tanto, abituato lui più alla parola, ma per la Sampdoria e
l’amicizia lo fece volentieri. Professionista e quindi umile
perché quando gli chiesi se poteva partecipare anche al video, lui,
il maestro, chiese a me l’allievo, come volevo che intervenisse
mettendomi in grande imbarazzo. Queste sono le lezioni dei grandi e
oggi ne abbiamo perso un altro. Ma solo fisicamente, nel mio cuore e
nei miei ricordi rimarrai per sempre.
Grazie Alfredo