Sensibile e l’arroganza di Romero: «Ci contagerà»
Il direttore sportivo presenta il nuovo portiere: «È
un ragazzo giovane ma già abituato a vincere, un giocatore di spessore
internazionale e un innesto di mentalità vincente».
«A
me piace attaccare». Se un portiere ti si presenta così, forse c’è qualcosa che
non va. In Sergio Germán Romero invece funziona proprio tutto. Per lui
garantisce Pasquale Sensibile, il deus ex machina dell’arrivo alla Sampdoria
dell’estremo difensore della Selección albiceleste. «Sergio è un ragazzo
giovane ma già abituato a vincere – spiega in conferenza stampa il direttore
sportivo -. Per noi si tratta senza dubbio di un innesto di mentalità vincente
e di arroganza tattica, nel senso buono del termine. Se attacca lo fa in quest’ottica:
è un giocatore di spessore internazionale, ha voglia di migliorare, di
diventare bravo, sa di andare a conquistarsi qualcosa. Ha quell’arroganza
positiva e contagiosa di cui avevamo bisogno».
Come
e quando le è venuto in mente di portare Romero in blucerchiato?
«Ammetto subito che un giocatore di questo livello non era nei nostri
pensieri. Nel calciomercato si lavora su tante situazioni, si bluffa, si cerca
di lavorare sottotraccia e talvolta capita di trovarsi al momento giusto sulla
traiettoria giusta. Tanti club erano interessati a lui, l’operazione l’aveva in
pugno la Roma, che poi però ha virato su Stekelenburg. A noi ci è stata data un’idea
e quest’idea è stata portata avanti».
Compiendo
un investimento notevole…
«Esatto,
l’operazione-Romero depone a favore delle ambizioni della famiglia Garrone.
Questa è un’operazione molto prestigiosa e bisogna ringraziare la società se
oggi siamo qui a presentare questo grande portiere. Con qualità, trasparenza e
serietà ci siamo avvicinati a lui, poi la casualità ci ha dato una mano.
Personalmente gli ho portato la mia esperienza alla Juventus appena retrocessa».
Cosa
gli ha raccontato?
«Gli
ho raccontato che tre campioni del mondo, Nedved, Trezeguet, Chiellini scesero
a giocare in Serie B e alla fine della stagione, con la festa promozione ad
Arezzo, furono orgogliosi di poter annoverare tra le proprie vittorie anche
quel campionato. L’auspicio è mettere Sergio nelle condizioni di ripetere ciò
che fecero Buffon, Del Piero, Camoranesi e tutti gli altri».
Che tipo di calciatore vi siete portati a casa?
«A
20 anni ha deciso di venire in Europa e ha conquistato quasi subito la maglia da
titolare dell’AZ; a 24 ha già un bagaglio di trofei di tutto rispetto. In
questi giorni abbiamo condiviso molto tempo con Sergio e abbiamo potuto
apprezzare di avere a che fare non con un ragazzo ma con uomo di 24 anni, serio
e professionale. Siamo molto contenti di aver portato qui un profilo morale
adeguato a ciò che stiamo costruendo. E, in questo senso, mi preme ringraziare Da Costa,
Padelli, Fiorillo e Tozzo, che malgrado le voci hanno lavorato in questo mese
abbondante con grandissima serenità. A loro va il nostro plauso».
Le
convocazioni da parte dell’Argentina possono rappresentare un problema?
«Questo
organico ha 12-13 giocatori nel giro delle nazionali. Il che ha pro e contro, e
i contro sono le assenze. Noi abbiamo impostato il nostro cammino cercando di
escludere chiacchiere e alibi, evitando di parlare di arbitri o di campo
brutto. Quando mancheranno i nazionali, gli altri saranno chiamati a dare
qualcosa di più. Se non ci si piange addosso i valori verranno fuori. A
prescindere dagli ultimi risultati, all’interno abbiamo una convinzione di
arrivare alla fine e la fine sarà a maggio».
L’inizio
sarà giovedì. Romero potrà già giocare?
«Queste
sono scelte che spettano esclusivamente a Gianluca Atzori, il quale si
consulterà col preparatore dei portieri Andrea Sardini. Sergio ha disputato la
Coppa America, oggi è come se fosse al primo giorno di Moena. Resta il fatto
tuttavia che non è un giocatore di movimento. Ha bisogno dell’occhio, delle
misure più che della corsa. Vedremo, il mister rifletterà e troverà la
soluzione migliore».
Nella foto Pegaso, Pasquale Sensibile in compagnia di Sergio Germán Romero.