All’inferno e ritorno, la rinascita di Gilberto Mart
Dopo
un calvario durato due stagioni, il difensore costaricano ha
ritrovato grinta e smalto di un tempo ed è pronto a questa nuova
avventura blucerchiata.
La
bandiera della sua nazione è già tutta un programma. Blu, bianco,
rosso, bianco, blu. Manca il nero, tra il rosso e il secondo bianco –
per carità -, e il gioco è fatto. Gilberto Martínez Vidal, il
primo costaricano della storia della Sampdoria, sembra quasi che quei
colori li avesse nel destino. Da oggi – giorno dello scambio che ha
portato a Brescia Pietro Accardi – almeno fino al prossimo 22 maggio,
li vestirà ogni maledetta domenica. Lo farà con lo sguardo indomito
da indio, la grinta di sempre e la voglia di non mollare mai; lo farà, suo malgrado, col
numero 25 sulla schiena: avrebbe preferito il 26 (che al Doria è di
Volta), il numero della sua seconda vita calcistica.
Tuma.
Già seconda. Perché se fosse stato a sentire i pareri della maggior
parte degli specialisti, el Tuma, il martello (da non confondere con
Tuna, il cactus Fornaroli, appena tornato in Uruguay), probabilmente
la Serie A se la gusterebbe seduto in poltrona. Ricapitolando: Martínez
nasce a Golfito, provincia di Puntarenas, e nel titolato Club
Deportivo Saprissa di San José cresce come terzino
destro veloce, tecnico e grintoso. A 20 anni fa il suo esordio in
Primera División;
a nemmeno 23 debutta con la Costa Rica e coi Ticos partecipa al
Mondiale nippo-coreano del 2002.
Rondinella
1. L'avventura iridata da protagonista – sempre titolare ed eliminato
per differenza reti da Brasile e Turchia, futuri primi e terzi
classificati della rassegna – gli apre le porte del nostro
campionato. Ad acquistarlo è il Brescia, che ne scopre diligenza e
duttilità. Non certo un gigante, tignoso ma corretto (mai un'espulsione italiana in
carriera), in un quadriennio da rondinella (3 anni di A e uno di B)
i tecnici che si susseguono (Mazzone, De Biasi, Cavasin, Maran e
Zeman) lo utilizzano come laterale destro di difesa o di centrocampo,
e, all'occorrenza, anche centrale.
Crack.
Grazie a queste virtù, Martínez
guida la Costa Rica alla seconda Coppa del Mondo consecutiva, ma –
ecco l'inghippo – è proprio a Germania 2006 che la sua carriera fa
crack. Monaco di Baviera, 9 giugno, i Tacos sfidano i tedeschi
padroni di casa: intorno al 20' della ripresa el Tuma esce dolorante.
Il fastidio accusato al ginocchio sinistro già in chiusura di
campionato a Brescia si trasforma in dolore e il suo Mondiale finisce
lì. Il 31 agosto la Roma lo ingaggia comunque in prestito, ma di
giallorosso non vestirà mai se non in infermeria.
Rondinella
2. La rivincita si dice vada consumata fredda. E infatti il ritorno a
Brescia non coincide nell'immediato con la fine del calvario. Dopo un
2006/07 ai margini, anche l'anno seguente Gilberto lo vive da
spettatore. Ma il martello non la smette di darci dentro. E con pazienza mista a sudore e abnegazione, il
difensore costaricano ce la fa. Messi alle spalle i guai fisici, a
quasi 29 anni ritrova lo smalto di un tempo e si riprende una maglia da titolare; a quasi 31
riconquista la massima serie e poi la gioca con costanza: 19 le
presenze in questa prima parte di stagione. La seconda, in
blucerchiato, è ancora tutta da scrivere.
Gilberto
Martínez Vidal:
la scheda
Luogo
e data di nascita: Golfito
(Costa Rica),
01/10/1979
Altezza:
cm
174
Peso:
kg
72
Ruolo:
difensore
Stagione | Squadra | Presenze | Gol |
2010/11 | Brescia (Serie A) | 19 | – |
2009/10 | Brescia (Serie B) | 14 | – |
2008/09 | Brescia (Serie B) | 30 | – |
2007/08 | Brescia (Serie B) | – | – |
2006/07 | Roma (Serie A) | – | – |
2005/06 | Brescia (Serie B) | 35 | – |
2004/05 |
Brescia (Serie A) | 33 | 1 |
2003/04 | Brescia (Serie A) | 30 | – |
2002/03 | Brescia (Serie A) | 34 | – |
2001/02 | Saprissa (Primera División, Costa Rica) | 31 | – |
2000/01 | Saprissa (Primera División, Costa Rica) | 26 | – |
1999/00 | Saprissa (Primera División, Costa Rica) | 11 | – |
Nella foto Pegaso, Gilberto Martínez in azione con la maglia del Brescia.