U.C. Sampdoria Sampdoria logo

Dessena il “copetero”: «In Europa è sempre difficile»

News

Dessena il “copetero”: «In Europa è sempre difficile»

Aspettando
il Debrecen, il mediano doriano mette in guardia i suoi compagni: «In
Coppa serve più rapidità e prontezza di pensiero. Segno meno? Sì,
ma gioco per la squadra».

29_dessena-cassanoCi
sono calciatori che l'internazionalità ce l'hanno impressa nel DNA.
Settantadue ore prima di esordire in Serie A, il 24 febbraio 2005 – a
17 anni, 9 mesi e 17 giorni -, Daniele Dessena fece in Coppa Uefa, a Stoccarda, il suo
debutto assoluto con la maglia del Parma. Due Europei
Under 21, le Olimpiadi in Cina, una magia da blucerchiato al "Partizana" di
Belgrado il 23 ottobre 2008. La storia, a dispetto della
giovine età, è già bella lunga; una storia destinata a continuare. Il presente si
chiama Debrecen. «A livello internazionale è tutto più difficile – spiega ai giornalisti il mediano copetero
-. Me lo disse Antonio Cassano prima della partita col Partizan: in
Coppa bisogna essere più svelti, serve più rapidità e prontezza di
pensiero. Il calcio italiano è difficile, d'accordo, però poche
squadre arrivano a giocare in Europa e non vanno affatto
sottovalutate».

Affiatamento.
Gli impegni ravvicinati e i due "x" a reti bianche non hanno
intaccato la voglia dello spogliatoio blucerchiato. Anzi. «Non
vediamo l'ora di giocare – confida Dessena -. L'Europa League non la fanno in tanti, è importante, è
prestigio. La partita poi crea l'affiatamento che ti fa andare avanti
e ti permette di lavorare bene. Malgrado siano arrivati solo due
pareggi, penso che nelle ultime tre uscite abbiamo dimostrato di
essere squadra e di avere carattere».

Vetrina.
«Io vedo le cose positive – continua il numero 4 parmigiano -. L'ho già detto e lo
ripeto: credo che il punto contro l'Udinese sia un punto guadagnato
all'Inter. Il gruppo sa quello che vuole, c'è sempre la voglia di
giocare. Tutti i miei compagni ci tengono a far bene, Pazzini vuole
fare gol, i giovani vogliono mettersi in mostra in una vetrina così
prestigiosa e io sono tra questi. La nostra intenzione è vincere
contro il Debrecen per poi passare il turno».

Vizietto.
Dura stare sempre sul pezzo, ma di rifiatare, con Poli ai box e
Tissone a mezzo servizio, per il numero 4 non se ne parla. «L'unica
volta che l'ho fatto rifiatare – scherza al suo fianco mister Di
Carlo -, la partita dopo abbiamo perso contro il Napoli…». Desse
sorride e risponde da veterano a chi gli stuzzica l'appetito da porta
avversaria, ricordandogli quel vizietto che lo portò a mostrare in
Serbia la C della sua Carlotta. «In effetti prima osavo un po' di
più o forse avevo più fortuna. Ora, una volta che riconquisti palla
e la scarichi alla punta, con gli attaccanti che abbiamo noi, hai già
fatto un terno al lotto».

Squadra.
«Contro il Werder Brema – conclude Daniele – avrei potuto segnare, toccando,
spingendo oltre la linea lo splendido colpo di tacco di Antonio. Ma non volevo rovinare una perla, non mi sembrava giusto e non l'ho fatto. Se arrivasse una rete
sarebbe ben accetta, ma l'astinenza da gol non mi preoccupa, ci
mancherebbe. Io gioco per la squadra e penso soprattutto alla
squadra».

Nella foto Pegaso, Daniele Dessena abbraccia Antonio Cassano dopo il purtroppo momentaneo 3-0 al Werder.

altre news