Raggi: «Samp, pensa se si vince a Bologna…»
Il difensore e la trasferta del Dall'Ara: «Partita difficile, ma se giochiamo come sappiamo devono essere loro a preoccuparsi». Poi le domande le fanno Bellucci e Lucchini…
E' come un peso levato di dosso, il grigio mediocre di questi mesi. Una rete nella quale la Samp si è trovata senza aspettarselo, presa alla sprovvista, e allora si agitava senza vedere uno straccio d'uscita. Fino a che non l'ha trovata di botto, come e quando – onestamente – meno era prevedibile: via il Milan, in campionato, e via l'Inter (che notte…) in Coppa Italia, con un piede – incrociando quel che si può – in finale.
I meriti del gruppo. Oggi a Bogliasco l'aria è pulita. E la pioggia, che pure ha benedetto i due trionfi di Marassi, lascia spazio a un po' di sole. Esce fuori una di quelle giornate per cui Genova, per un genovese, è l'unico posto al mondo dove poter stare. Il tutto per dire che ora sì che si ragiona: «Anche perché battere Milan e Inter in fila non succede mica tutti i giorni», sorride Andrea Raggi. (Sorride e ride pure di gusto, più avanti nella conferenza: chiusa parentesi, ne riparliamo qualche riga più giù.) Raggi, allora. Uno che, a pensarci bene, ci ha messo del suo in questa metamorfosi blucerchiata: il tempo di adattarsi, un paio di partite, ed è arrivata la primavera. «Ma è tutta la squadra che vince – svicola lui -, dal portiere a quei due là davanti. I meriti sono di tutti, di chi non prende gol e di chi li fa. Anche se due come Cassano e Pazzini, beh, ce li invidiano in tanti… Ma giocatori forti qui ne ho trovati parecchi, mica solo loro».
Bologna. Sembra un po' il coro della Sud, l'atmosfera. Entusiasmo puro. Ma c'è il Bologna, a Bologna. Raggi è sull'attenti: «Non dobbiamo sottovalutarli, perché la partita è delicata: loro lottano per salvarsi e hanno uno come Di Vaio che sta facendo grandi cose. Ma dobbiamo anche essere consapevoli che il Doria è forte, e se giocherà come sta giocando per loro sarà dura, sicuro. Di positivo poi c'è che andiamo là più tranquilli, con una classifica decisamente migliorata… E se vinciamo, beh, la testa la tiriamo fuori e anche di tanto». Tanto quanto? Lui non scappa: «Purtroppo paghiamo una bella serie di episodi sfortunati, ma siamo comunque vicini alla finale di Coppa e la Uefa non è così lontana… Teniamo i piedi per terra, guardiamo come andrà a finire, però di sicuro questa è una bella squadra: stagioni così capitano, per fortuna abbiamo ancora tempo per sistemarla».
Giornalisti per un giorno. Raggi parla, veloce e deciso, seduto al tavolo delle conferenze. In fondo alla sala, porticina laterale che si apre. Se ne accorgono in pochi, ma entrano Bellucci e Lucchini. Che si intrufolano tra i giornalisti. E tocca a loro. Comincia Claudio: «Volevo chiedere a Raggi come si trova qui alla Sampdoria, in questo spogliatoio». Serio, convinto. «Ho trovato un bel gruppo, che mi ha accolto bene, e dei compagni che mi hanno subito fatto sentire uno di loro». «Strano – replica pronta -, non è la stessa cosa per il gruppo». A segno, e si ride. Fine del primo atto, il secondo tocca a Lucchini. Che incalza (e si vede che ha studiato la parte, anche perché c'è passato pure lui…): «Nasci come difensore centrale, a Empoli ti sei adattato a giocare sulla fascia. Qui si fa la difesa a 3: come ti trovi?». Bellucci sembra sfiduciato («Troppo difficile questa…»), Raggi invece tiene botta: «Giocavo terzino per una scelta di altri, io mi sento un centrale che può, se serve, adattarsi». Fine del siparietto, Lucchini e Bellucci spariscono così com'erano arrivati.
Passato, presente e futuro. Si riprende, e il pensiero è a metà tra il recente passato (Palermo) e quel che sarà a giugno (quando bisognerà vedere cosa fare del prestito). Raggi ha le idee chiare, chiarissime: «La Sampdoria mi ha dato la possibilità di giocare con continuità, di dimostrare il mio valore dopo che a Palermo questa opportunità non l'avevo avuta. Qui mi sento a casa, gioco in uno degli stadi più belli del mondo e con una gradinata impressionante. Per questo dico che se a giugno verrò riscattato sarò felice, e spero che in Sicilia si mangino le mani: vorrà dire che ho fatto qualcosa di buono, e proseguirò per la mia strada. Ambizioni? Certo, quelle di tutti: un grande club, la nazionale… Solite cose, di certo c'è che alla Sampdoria devo solo dire grazie per la mano che mi ha dato quando ne avevo bisogno. E poi ho trovato degli amici e uno spogliatoio sereno. Unito più che mai». Già, l'aria è pulita a Bogliasco.
Nella foto Pegaso, il difensore della Samp Andrea Raggi.