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Pea, Ferrari e Mustacchio: «Un grande traguardo»

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Pea, Ferrari e Mustacchio: «Un grande traguardo»

Le interviste ai protagonisti di giornata. Fulvio Pea su tutti: «Ringrazio i ragazzi e la società, il merito principale di questo risultato è loro. La finale rappresenta un motivo di orgoglio speciale per tutti noi».

21_festasampLa Sampdoria di Pea è una squadra che rispetta la parola, gli impegni presi. Ed è un dato di fatto che l'eliminazione al Viareggio, un anno fa, ai rigori con l'Empoli, non fosse ancora andata giù a nessuno. Dunque nuove facce, a Bogliasco, e identiche intenzioni: si prova a fare del proprio meglio, e si prova anche a portare a casa il Burlamacco. Il Doria è quasi in fondo, è arrivato a Viareggio dopo aver girato tra Genova e la Toscana e ora a Viareggio resta, in attesa della finale.

Pea. Fulvio Pea è a metà strada tra la gioia pura, figlia dell'orgoglio e della consapevolezza di quanto questi risultati siano incredibili, e la sorpresa: se lo ricorda anche lui, quando quest'estate scuoteva la testa pensando a tutto il lavoro da fare. «E invece siamo qui, inaspettatamente – sorride lui -. Come abbiamo fatto? Io so solo che questa squadra è una buona miscela di facce giovani e di qualche veterano della categoria, e che alle spalle c'è una società forte, seria, capace di rispettare i programmi. Forse sono addirittura insperati, questi traguardi». Tanto più che in fondo ci si arriva con pieno merito, con un gruppo che cresce partita dopo partita e dopo aver eliminato quella che, insieme alla Juventus che aspetta in finale, è la grande rivale di queste stagioni. Pea lo sa, ma sceglie il profilo basso: «Arrivare all'ultimo atto è motivo d'orgoglio – spiega soddisfatto -, e il merito va dato ad una squadra che ha la voglia di ascoltarmi e la pazienza di sopportarmi. E lo dico sinceramente: sapevamo di poter onorare questo torneo, ma così è anche meglio».

Mustacchio. Poi ci sono loro, i ragazzi. Che se devono sopportare Pea, beh, non ne sentono il peso: «C'è molto del mister, in questa squadra e in questi risultati – racconta convinto Mattia Mustacchio, cadenza bresciana e un gol che ha chiuso i conti -. L'unione tra noi, l'identità che abbiamo, tutte cose create da un grande allenatore. Noi siamo solo bravi ad ascoltarlo, ad andargli dietro, perché le qualità ci sono e con lui sappiamo di poter diventare dei veri calciatori». La strada sembra buona, via: «Ma non era semplice, arrivare fino in fondo. Ancora meno pensando all'Inter, alla sua forza, al fatto che ci siamo trovati di fronte una squadra che ha dato tutto… Abbiamo lottato insieme, conquistando questa finale: e credo di parlare per tutti se dico che la dedico a Nenad (Krsticic, infortunato ma sugli spalti a Viareggio, n.d.r.)».

Ferrari. L'ultimo a parlare è anche quello che ha parlato per primo sul campo, spaccando in due il pomeriggio con un gol immediato: «Ricordo il tocco di Marilungo, io che di controbalzo la metto sul primo palo – gongola Nicola Ferrari -, poi la festa… E' una bella impresa, questa finale: siamo partiti forte, abbiamo tenuto bene… E ora ci godiamo l'attesa».

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Nella foto Pegaso, esultanza di gruppo per i blucerchiati freschi finalisti del Viareggio.

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