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Mazzarri: «E’ stato come rompere un sortilegio…»

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Mazzarri: «E’ stato come rompere un sortilegio…»

Il tecnico della Samp dopo la vittoria sul Bologna: «Quando Bellucci ha preso la traversa pensavo che la sfortuna non sarebbe mai finita…».

26_mazzarri«È stato come rompere un incantesimo». Walter Mazzarri non gira intorno alle parole, lui che per estrazione regionale non c'è abituato. E la frase fila, eccome. Contro il Bologna, la Sampdoria ha vinto la prima partita del suo campionato, un campionato fin qui davvero disgraziato, alla voce risultati e alla voce episodi. Perché il gioco, ed è un dato oggettivo, non è mai venuto meno.

Un sortilegio. Ecco il mister blucerchiato: «Vedere come i miei ragazzi hanno giocato dall'inizio e trovare la squadra in fondo alla classifica mi dava davvero fastidio, più che altro era molto strano. Sembrava di trovarsi in mezzo ad una specie di sortilegio: spero tanto che con la vittoria di oggi lo si sia rotto definitivamente e che il nostro nuovo campionato cominci a dare i frutti in base alle prestazioni». Distensione, allora, ma solo dopo il triplice fischio. Perché anche contro i felsinei segnali di nera ce n'erano stati eccome. «Quando ha preso la traversa Bellucci ad inizio ripresa ho pensato che questa sfortuna non sarebbe finita mai. Il ragazzo lo conosco io come lo conoscono tutti, è uno che quelle palle lì non le butta via. Sembrava quasi che una mano avesse alzato il tiro. Peccato anche per l'occasione di Pieri ad inizio gara, su una situazione che avevamo studiato. Segnare lì poteva mettere in discesa tutto e far vedere un gioco migliore».

Contava vincere. Già, il gioco, per la prima volta non nelle priorità di Walter Mazzarri. «L'ho detto ieri: mi interessava vincere, per una volta, senza pensare troppo al come. Era davvero importantissima questa partita, in un momento cruciale del campionato. Va bene così». Intanto, si parla già di svolta, con il tipico gran rovescio che soltanto il calcio sa vivere con tale cieca enfasi. Dall'inferno al paradiso in quattro giorni, che è anche il bello del gioco. «Noi entriamo sempre in campo per dare il massimo – spiega Mazzarri – lo dissi anche prima della gara di Belgrado, quando qualcuno mi chiese se avrei firmato per un pareggio. Poi è normale che le partite siano diverse una dall'altra, contano parecchio anche gli episodi. La mia Samp ha però una mentalità fissa, nella fase attiva e passiva, e la rispetta».

Prossima tappa: Olimpico. Parole importanti, prima di scendere a Roma, dove il Doria troverà i giallorossi in un momento che peggio non si poteva. «Non dobbiamo pensare di essere fuori casa, alla situazione di classifica, a niente. Dobbiamo pensare solo al nostro gioco, come sempre».

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Nella foto Pegaso, il tecnico blucerchiato Walter Mazzarri.

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