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Mazzarri: «Raccogliamo meno di quanto meritiamo»

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Mazzarri: «Raccogliamo meno di quanto meritiamo»

Il tecnico blucerchiato tra il pari col Chievo e la sfida di Siena: «Creiamo tanto ma siamo meno cinici degli altri. Girerà, perché questa squadra ha dimostrato di poter far punti contro qualunque avversario».

23_mazzarriIl pareggio col Chievo un po' pesa ancora. Walter Mazzarri è fatto così, vuole il meglio – sempre e comunque – e un punto in casa non è il massimo che si possa trovare sulla propria strada. Però il campionato non conosce (più) soste, ed è già tempo di vigilia: si va a Siena con una difesa sempre incerottata (Gastaldello è convocato ma non arruolato, Campagnaro è sempre fuori) ma con la voglia di far girare una sorte che, Coppa Uefa a parte, ha concesso ben poco.

Non c'è respiro, Mazzarri.
«Ho provato a fare un mezzo allenamento, a vedere come sta la squadra. Ma il tempo è poco, non c'è verso di capire realmente quale sia la forma. Spero solo che prima della gara si riesca a recuperare le energie fisiche e nervose che abbiamo lasciato sul campo domenica».

Energie, tante, che non sono però bastate. Eppure la Samp il suo l'ha fatto, e l'impressione di essere più forte del Chievo l'ha data: allora è una colpa, non essere riusciti a vincere?
«La partita, lo so, è sempre una scatola vuota: è solo il risultato a determinare commenti e critiche. Di certo c'è che la Samp sin qui ha raccolto meno di quello che avrebbe meritato, per quanto espresso in campo: si poteva vincere con la grande Inter, poteva andare diversamente anche a Roma. Paghiamo a caro prezzo il primo errore, creiamo tanto e non concretizziamo: può anche darsi sia ormai una nostra caratteristica, non dico di no… Ma chi sta lì a speculare sul risultato e ci aspetta è sicuramente più cinico».

Meglio muovere subito la classifica o avrebbe più sapore un successo sulla Juventus, sabato?
«Non posso fare scelte, non è da me. Me le gioco tutte, e le voglio vincere tutte: abbiamo dimostrato di poter fare risultato contro chiunque, del resto».

Il Siena, allora. Quest'estate, in amichevole, il divario era sembrato netto. Affidabile, quel paragone?
«Per niente: il calcio d'agosto lascia il tempo che trova. Bisogna stare attenti, non c'è niente da fare. Voglio valutare ogni dettaglio per bene, voglio pensare alle possibili variazioni di un tecnico che stimo come Giampaolo, voglio capire tutto e provare ad azzeccare la formazione migliore. Considerati acciacchi e stanchezze varie, ovviamente».

E Cassano, mister? Sarebbe la terza partita in sette giorni.
«La sua è una gestione atipica, non faccio fatica ad ammetterlo. Se Antonio, insieme al dottore, mi dice che va tutto bene, che può darmi quello che pretendo, lui nelle scelte non ci rientra neppure: gioca sempre».

Due situazioni diverse e tre nomi, per chiudere: Castellazzi e Mirante da una parte, Bellucci dall'altra.
«Quello del portiere è un argomento delicato, perché il ruolo stesso è particolare. Voglio vedere Castellazzi in partita, è lì che se ne può valutare il recupero, ma allo stesso tempo metterlo dentro senza sapere come sta veramente non è facile: credo che l'occasione giusta sia il ritorno col Kaunas, visto che sia per lui che per la squadra il margine di sicurezza è notevole. Bellucci invece lo vedo bene, sembra guarito: certo, fa fatica, ma conoscendolo penso che a breve potrà nuovamente essere convocato».

Nella foto Pegaso, il tecnico della Samp Walter Mazzarri.

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