Primavera Campione d’Italia: è delirio blucerchiato
La Sampdoria Primavera vince il suo primo titolo nazionale battendo 3-2 l'Inter in finale. Segnano Poli, Koman e Mustacchio. Pea boys nella storia della società blucerchiata.
Erano nati tutti, i ragazzi della Primavera blucerchiata nel maggio del 1991. Quel giorno in cui la Sampd'Oro di Paolo Mantovani alzava al cielo di Genova il suo primo storico Scudetto. Nati sì, ma in fasce e ancora nemmeno lontanamente consci di un destino che oggi li accomuna come nella più visionaria delle favole ad una squadra entrata nella storia del calcio italiano.
Nella storia. Nella storia del calcio italiano, soprattutto nella storia della Sampdoria, entrano oggi i giocatori di Fulvio Pea, campioni d'Italia Primavera come mai era accaduto ai colori più belli del mondo. La storia disegna d'alloro i capi dei ventidue di Pea, poche settimane dopo il trionfo dell'Azzurri d'Italia, contro l'Atalanta. Già, quella sera in cui la Samp abbracciò – e anche lì, per la prima volta – la Coppa Italia di categoria. Insomma, è finita da un attimo questa stagione e già profuma d'antico, quell'antico rivestito di cuoio nei libroni rilegati a mano. Quell'antico che sa d'orgoglio.
Orgoglio. Orgoglio è la parola giusta, per Pea, per il suo gruppo, per i collaboratori che da anni lavorano a questo progetto, per la società Sampdoria tutta, che dall'inizio dell'era Garrone ha ricostruito il settore giovanile, chiudendo oggi la prima parte di un ciclo che ha condotto i baby doriani al vertice del calcio italiano. E' un segnale, un segnale forte. La Samp sta ponendo le basi per tornare, dove non si sa ancora. Ma se questo è lo spirito delle sue nuove leve, beh, tutto è possibile.
Spirito. Spirito pulito, forte. Come contro la Fiorentina in semifinale, pochi giorni fa, come oggi contro un'Inter imbastita di talenti, ma assai meno favorita rispetto a dodici mesi fa, quando i nerazzurri partivano su un gradino superiore. Oggi, si cominciava almeno alla pari, se non addirittura con i blucerchiati in vantaggio.
La partita. Lo si è capito subito che Pea e ragazzi facevano sul serio, che questa grande possibilità non la volevano buttare. Samp più viva nei primi minuti, con qualche occasione importante a firma Scappini (5') e Poli (9'), con il tiro a colpo (quasi) sicuro di Marilungo parato d'istinto da Belec al 13'. E con il rovescio della medaglia al 18', quando Balotelli comincia la sfida con Fiorillo calciando una gran punizione parata in volo dal portierone blucerchiato. Quelli che saranno – e ancora non lo sanno – i nuovi campioni d'Italia non si scoraggiano, anzi. Perchè al 20' Marilungo fa gol, fermato solo dall'assistente che segnala un fuorigioco da rivedere. Perchè i ragazzi di Pea non vanno a bagno nemmeno dopo il vantaggio – a sorpresa – interista, maturato al 28' nonostante il miracolo di Fiorillo su Ribas, a tu per tu col numero uno Samp. Vincenzo d'Oregina non può nulla su Pedrelli, troppo libero. Ma non è in stile blucerchiato capitolare, tre minuti dopo infatti arriva il pari di Poli, bravo a risolvere una mischia in area nerazzurra. Si esulta, si torna a combattere. Fine primo tempo, inizio secondo. Cambia nulla. Ancora Samp più viva, ancora occasioni, stavolta è Marilungo a vedersi togliere dalla porta (puntuale e fortunato Santon) un colpo di testa ravvicinato (7'). Poi, pressione blucerchiata, premiata al 15' dall'azione corale – Scappini ultimo assist-man – che mette Koman davanti alla porta praticamente sguarnita: 2-1. Ma non c'è tregua, l'Inter non ci sta. Ed è assistita dalla sorte al 18', quando Santon crossa sul braccio di Rossini, trovando il calcio di rigore. Balotelli non è uno di primo pelo, nonostante la carta d'identità lo suggerisca. Fiorillo nemmeno, ma il centravanti è freddo e lo spiazza: 2-2. Vincenzo Esposito, acquisito il pari, toglie il claudicante Siligardi per l'acceso Obi Joel, Pea richiama Koman per il velocissimo Mustacchio. Mai mossa premiò di più il tecnico Samp. Al 37' un tiro dalla distanza dell'esterno bresciano prende la traiettoria Scudetto, con deviazione, beffando Belec.
L'inizio del delirio. Fine. Cioè, inizio delirio. L'Inter ci riprova, ma come dice anche Vasco Rossi "Ormai è tardi". E' presto per la Samp, che la notte-Scudetto se la vuole godere fino all'alba. E domani è un altro giorno.
Inter 2
Sampdoria 3
Reti: 28' p.t. Pedrelli, 32' p.t. Poli, 15' s.t. Koman, 19' s.t. Balotelli (rig.), 37' s.t. Mustacchio
Inter: Belec, Fatic, Esposito D., Bolzoni, Federici, Gerbo, Pedrelli (39' s.t. Napoli), Santon, Ribas, Siligardi (20' s.t. Obi Joel), Balotelli. A disposizione: Tornaghi, Filippini, Caldirola, Khrin, Litteri. Allenatore: Vincenzo Esposito
Sampdoria: Fiorillo, Rossini, Lanzoni, Sembroni, Eramo, Bianco, Signori, Poli, Koman (24' s.t. Mustacchio), Marilungo, Scappini (43' s.t. Ferrari N.). A disposizione: Negretti, Pondaco, Calzolaio, Cucciniello, Ferrari G.. Allenatore: Fulvio Pea
Arbitro: Gambini di Roma
Assistenti: Pavesi di Pescara e Spadaccini Lu. di Vasto
Quarto uomo: Spadaccini Lo. di Vasto
Note: ammoniti al 23' p.t. Poli, al 27' p.t. Balotelli, al 38' p.t Gerbo e al 34' s.t. Bolzoni; spettatori 5.000 circa; recupero 0' e 3'.
Nella foto Pegaso, la Sampdoria Primavera con la Coppa dello Scudetto.
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