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Mazzarri: «Ormai sento i colori blucerchiati addosso»

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Mazzarri: «Ormai sento i colori blucerchiati addosso»

Il tecnico blucerchiato tra Udinese, Cagliari e Fiorentina: «Peccato per la sconfitta in Coppa, mi brucia. Ma a Udine ho visto la mentalità giusta, e vorrei salutare i nostri tifosi come si deve…».

14_mazzarriWalter Mazzarri e un bel po' di argomenti sul tavolo: la caduta di Cagliari, il recupero di Bonazzoli e Accardi, la Fiorentina che arriva, passato e futuro. Mezz'ora buona di chiacchierata, giusto prima dell'allenamento del pomeriggio.

Cagliari. Si parte dal recente passato, da quell'1-0 in Sardegna che al tecnico della Samp ancora non va giù: «Mi brucia, eccome – risponde deciso Mazzarri -. Ma sono anche convinto che si possa ribaltarlo al ritorno e superare il turno: perché ci tengo, ad andar avanti». 1-0 che non compromette la qualificazione, allora, ma che sotto certi aspetti sembra segnare un nuovo basso in questa stagione ondivaga della Samp. Lui, Mazzarri, non ci sta: «Non è così, quella è una partita fuori contesto. Fin qui sono stato costretto a coniugare le esigenze della squadra, risultato in testa, con la necessità di recuperare giocatori che per noi sono importanti. E ho dovuto farlo in campionato. A Cagliari volevo e dovevo lasciare in campo Bonazzoli e Accardi il più a lungo possibile, per far metter loro minuti nelle gambe… E' successo che le nostre occasioni le abbiamo avute, sprecandole, e il Cagliari ha approfittato del fatto che la condizione era calata: ma mi ripeto, al ritorno ci si può rifare».

Recuperi. Loro due, Bonazzoli e Accardi. Ma non solo: «Lucchini che ha avuto qualche problema – ricorda Mazzarri -, Ziegler con la febbre… Poi Cassano, che sta crescendo ma non ha ancora nelle gambe una partita intera. E Montella: sia lui che il medico mi dicono che tutto sta procedendo come si deve, io non vedo l'ora di riaverlo qui ad allenarsi per giocare la domenica. La sua presenza è comunque e sempre importante: ha carisma, e sa farsi voler bene».

Tra Udinese e Fiorentina. Escludendo Cagliari, allora, si passa da una trasferta difficile come quella di Udine a una sfida che, anche se da giocare a Marassi, semplice semplice proprio non è… «La Fiorentina ha una rosa di altissimo livello – ammette Mazzarri -, e non mi fido se nelle ultime settimane non ha trovato grandi risultati: questione di episodi, la squadra gioca e gioca bene. Noi? In casa siamo stati quasi sempre all'altezza, ma non parlatemi di porta inviolata: è vero, ci ha fatto gol solo il Milan, ma proprio quel secondo tempo dimostra che le statistiche sono fatte per essere smentite. Anche drasticamente. Una cosa è sicura: i ragazzi stanno trovando la mentalità che piace a me, l'avete visto a Udine quando Quagliarella ha pareggiato e noi siamo andati a sfiorare per primi il 3-2. Tutto sta nel rendersi conto che cali di tensione, in Serie A, non se ne possono avere».

Firenze, il passato. Continua il tour de force dei ricordi, per il tecnico della Samp. Era un ragazzo, quando a Firenze gli volevano affidare l'eredità di Antognoni… «Tanto, tanto tempo fa», sorride lui. Che ai ricordi, però, da poco spazio: «Sono stati lì a lungo e ci son stato benissimo, quella è una parte importante della mia vita. Ma non influisce sul mio lavoro: sono concentrato solo sulla Samp, ed è al bene di questa squadra che io penso tutti i giorni. Questi colori, ormai, me li sento addosso».

Mazzarri e i tifosi. E' un rapporto che cresce e si fortifica giorno dopo giorno, quello di Mazzarri con tutto quanto è Samp. «Comincio a conoscere i tifosi, l'ambiente – spiega l'allenatore blucerchiato -, e so quello che chiede. Serve una squadra che non si arrenda mai, che abbia la voglia di lottare contro tutto e tutti senza sentirsi battuta in partenza. Una squadra che può anche uscire sconfitta, ma a testa alta. E poi è un pubblico competente, il nostro: capisce se la prestazione c'è stata, sa valutare dove nasce un risultato negativo… Io domenica spero di salutare i nostri tifosi come si deve, e per scaramanzia non dico altro».

Costruire. Mazzarri ha un concetto chiaro in testa, e su quello lavora: c'è tanto da costruire, qui. L'accento toscano accompagna la spiegazione: «Se dopo cinque anni di una conduzione tecnica di un certo livello se ne sceglie una nuova tecnica e ci si crede, come sta succedendo alla Samp, si prende l'allenatore e lo si fa entrare nel tessuto della società, nell'ambiente. Perché bisogna costruire per il futuro, dare tutto per la causa, conoscere ogni aspetto delle varie faccende e gettare le basi per nuovi traguardi. E considerando le mille difficoltà che abbiamo dovuto affrontare quest'anno, beh, sono soddisfatto di quello che stiamo facendo: tanto più che le mie squadre, lo dimostrano le classifiche, nel girone di ritorno sono sempre andate meglio che in quello d'andata…».

Nella foto Pegaso, Walter Mazzarri: cresce giorno dopo giorno il suo amore per la Samp.

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