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Mazzarri: «Reggina o non Reggina, voglio vincere»

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Mazzarri: «Reggina o non Reggina, voglio vincere»

Il tecnico della Samp davanti ad un altro incrocio col proprio passato: «A Reggio ho lasciato il cuore, mi hanno voluto bene. Ma ora sono qui, e per 90' voglio solo la nostra vittoria».

29_mazzarriResta incastrato tra due partite apparentemente diverse dalle altre, Walter Mazzarri: di là l'amaro ritorno a Livorno, una domenica nata storta e chiusa alla stessa maniera dopo l'illusione di una doppia vittoria; di qua un altro incrocio col passato, il ritrovarsi per la prima volta faccia a faccia con la Reggina. «Ma per me, per quei novanta minuti e più, sono partite come le altre. Partite che voglio vincere».

Mister, ci siamo quasi. E' un'attesa diversa dal solito, questa?
«Ormai mi conoscete, potessi farei parlare esclusivamente il campo. Capita questo incrocio, questo calendario: sarà destino, lo accetto. Ma l'importante è che l'attesa pesi esclusivamente su di me e non sui giocatori, perché io le mie priorità e i miei doveri non li perdo di vista: e in testa ho solo la gara e quel che devo fare per cercare di vincerla».

Dopo due successi, però, a Livorno la Samp ha fatto un altro passo indietro.
«Quando perdo sto male, non ci posso far niente. Ma l'ho rivista, quella partita: subito e anche nei giorni dopo, con calma. Si poteva perdere in un'altra maniera, senza prendere due gol in un niente, ma non è vero che non abbiamo avuto orgoglio e carattere: la potevamo anche pareggiare, il 3-1 in contropiede è nato proprio perché eravamo là davanti a cercare di recuperare. Una cosa vorrei fosse chiara: non ci nascondiamo gli errori, che ci sono stati, ma da qui a pensare negativo ce ne corre… Altrimenti non si combina niente di buono».

Sembra però che la Samp abbia difficoltà a capire come entrare in campo, ad essere subito viva e presente.
«E' successo due volte, alla fin fine. Catania e Livorno, la matrice delle sconfitte è la stessa. Punto. E ci sta andare in Toscana e perdere, il calcio italiano è fatto così… Detto questo, dobbiamo correggere gli errori e metterci attenzione, adrenalina, voglia: già da sabato, ovviamente».

Perdere a Livorno, a casa sua, fa più male?
«Il discorso vale per domenica scorsa e vale anche per la Reggina: ho grande rispetto delle mie ex squadre, ma io faccio tutto quel che è nelle mie possibilità per far vincere la Samp. Questione di lealtà, di rispetto: sta agli altri capirlo. Pensate ancora a Livorno: ho sentito dire che avevo un atteggiamento diverso, che me ne sono stato fermo in panchina… Era una scelta calcolata: mi sono imposto di star calmo perché pensavo ne potesse derivare un vantaggio per la mia squadra. Non ha pagato, purtroppo».

Alla Sampdoria manca un leader?
«Farei un torto ai ragazzi, a rispondere che è così. Anche perché un leader non deve esserci: chiunque, se si impegna al massimo, può esserlo. Al resto, a prender sulle spalle le responsabilità, ci penso io».

Parole di Volpi: alcune sconfitte sono figlie di un problema di testa.
«Sì, sono d'accordo. A livello inconscio, dopo due vittorie e una sosta, qualcosa si può pagare. Per questo serve maggior convinzione. E più rabbia».

Arriva la Reggina, allora. E arriva Ulivieri.
«Prima di tutto arriva una squadra in forma, che nelle ultime partite ha saputo rialzare la testa e conquistare parecchi punti. Una squadra di buon livello, con giocatori all'altezza. Una partita difficile, davvero. Ulivieri? Sono stato suo giocatore, abbiamo lavorato insieme, parliamo di calcio da anni. E' un problema in più, volendo: qualunque cosa io mi possa inventare, è facile che lui sappia come svicolare… Anche per questo voglio tenere tutti i ragazzi sulla corda, fino all'ultimo: voglio vedere le sensazioni che mi danno, voglio risposte di gamba, di veemenza. Voglio vincere».

Nella foto Pegaso, il tecnico della Samp Walter Mazzarri.

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