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Il voto in Lega Calcio: il pensiero del Presidente Garrone

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Il voto in Lega Calcio: il pensiero del Presidente Garrone

In merito alla questione degli aventi diritto al voto nelle assemblee in Lega Calcio, il patron della Juventus F.C., Dott. Giovanni Cobolli Gigli, ha nei giorni scorsi inviato una sua personale missiva a tutti i presidenti dei club di Serie A e B. Una lettera nella quale il patron bianconero, oltre a fornire la sua interpretazione delle regole, richiedeva e sollecitava l'intervento di tutti gli altri presidenti delle quarantadue società professionistiche del nostro calcio. Quest'oggi, il Presidente dell'U.C. Sampdoria S.p.a. Riccardo Garrone ha voluto così esprimere il suo pensiero a tutti i partecipanti a questo costruttivo dibattito.

Preg. mo Presidente,

condivido il Suo richiamo allo "spirito di gruppo", non però la Sua interpretazione del Regolamento e le "regole del gioco" da Lei ritenuti vigenti.

A mio avviso, senza bisogno di rivolgersi a più o meno illustri giuristi, la strada da Lei indicata non è condivisibile per due motivi: in primo luogo perché se fosse fondata l'analogia con la Costituzione (che non avrei scomodato, anche perché i giuristi, semmai credo ragionerebbero sulla disciplina civilistica delle assemblee di società) ci troveremmo di fronte alla impossibilità di funzionamento dell'assemblea che, pur validamente costituita, non potrebbe deliberare in tutti i casi i cui la totalità dei presenti non corrisponda almeno ai due terzi dei votanti; in secondo luogo perché se mai volessimo far nostre le regole del gioco da Lei auspicate, sarebbe ancor più difficile tenere delle assemblee in grado di funzionare e prendere delle decisioni, senza considerare che la necessità di raggiungere un quorum più elevato dell'attuale rischierebbe di trasformare il ricorso alle deleghe in una prassi esasperata e, sempre a mio avviso, lesiva proprio dello spirito di gruppo, che vuole la partecipazione attiva di ciascuno e non la precostituzione di maggioranze.
Se però, questo scambio di opinioni dovesse portarci a formare degli schieramenti interpretativi, per così dire, del Regolamento, allora sì suggerirei che si chiedesse un parere pro veritate a un giurista di chiara fama eventualmente indicato dai vicepresidenti di categoria.

Dott. Riccardo Garrone

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