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Marotta: «Tutti insieme dobbiamo dare di più»

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Marotta: «Tutti insieme dobbiamo dare di più»

E' Beppe Marotta ad affrontare la conferenza stampa del venerdì: «Analisi profonde, colloqui interni. Tutto può servire a superare la crisi: con ottimismo e realismo».

02_palombomarotta«Sono qui perché voglio essere a disposizione, perché voglio che ci sia un dibattito corretto per affrontare un momento indubbiamente particolare. Non per scavalcare l'allenatore». Beppe Marotta sale a incontrare i giornalisti – tanti, davvero – e chiarisce subito come stiano le cose. Vale a dire: la società è presente, la società è vicina alla squadra. Le cose vanno male, non si scappa, ma insieme se ne può uscire.

Ottimismo e realismo. Sono due le linee guida che ispirano il Direttore: «Dobbiamo essere ottimisti – spiega Marotta -, ma allo stesso tempo rimanere ancorati ad un sano realismo. Vedere quello che il campionato sta offrendo, leggere i dati oggettivi, analizzare il nostro gruppo: è un momento difficile e lo riconosciamo, ma del resto il calcio spesso genera criticità di questo tipo». Come affrontarle, allora? La risposta è convinta: «Nello spogliatoio, confrontandosi e interagendo tra di noi come stiamo facendo. Ed è anche evidente come tutti, adesso, debbano dare di più. Però non vorrei sentir parlare di processi, perché qui imputati non ce ne sono: è solo tempo di verifiche, di analisi».

Massima fiducia. Inevitabile parlare di Mazzarri, per Marotta. Che va giù chiaro e deciso: «La fiducia nell'allenatore è indiscussa, non ci piove. Valutiamo ogni area di competenza, questo è certo: si fa fatica a far gol e bisogna darsi una spiegazione, si prendono cinque gol in un tempo e bisogna darsi una spiegazione… E' difficile, ma cerchiamo di farlo nel migliore dei modi: pensando magari all'anno scorso, quando venimmo fuori da una situazione complicata andando a vincere in pochi giorni a Palermo e a Messina. Anche perché è nelle emergenze che si vedono gli uomini veri».

Il progetto. In estate, con il consenso e gli applausi di tifosi e stampa, la Samp ha varato un progetto nuovo. Nuovi gli uomini, nuove le idee. I fatti dicono che, con tutte le attenuanti del caso, quel progetto stenta a decollare. «Ma i presupposti per un cambiamento rispetto al passato c'erano e non sono stati smentiti neanche adesso – risponde Marotta -. Di contro, un mutamento radicale comporta inevitabilmente dei rischi da correre… Non penso siano necessari stravolgimenti tattici o cose simili, e in ogni caso questo è un argomento nel quale non entro: l'allenatore della Sampdoria non è mai stato né mai sarà condizionato dalla società nelle sue scelte, qualunque esse siano. L'area tecnica è di unica competenza di Mazzarri». Che ha pure dovuto fare i conti con mille difficoltà: «Non vuole essere un alibi – è la premessa del Direttore -, perché non siamo qui a nasconderci dietro ad un dito. Ma in un'analisi corretta non possiamo non considerare gli infortuni che hanno messo ko mezza squadra… Per questo vorrei anche un po' di ottimismo».

Bilanci. Con il mercato che si avvicina e una classifica che stenta a regalare sorrisi, il tempo per tirare due somme c'è. E Marotta non si tira indietro: «I bilanci li facciamo ogni domenica – dice l'a.d. blucerchiato -, ogni qualvolta una partita fa emergere situazioni degne di attenzione. Senza parlare di singoli giocatori, perché sarebbe ingiusto, non posso non rilevare come sin qui siano emersi aspetti indiscutibilmente negativi ma non siano mancate anche le note liete: pensate a una gara paradossale come quella di mercoledì, con un tempo in cui la squadra ha recitato, e bene, il suo ruolo e uno in cui è andata incontro ad una debacle… Però dico anche che in casa le cose erano andate per il verso giusto, fino all'altra sera, e che con qualche prestazione migliore lontano da Marassi potremmo tranquillamente essere ottavi o giù di lì». Tredicesimi, recita invece la classifica: come l'anno della retrocessione. «Ma guardate che in giro ci sono solo sei o sette squadre che alla Serie B possono tranquillamente fare a meno di pensare – frena Marotta -. Noi siamo nel gruppo delle altre, quelle che allo stesso tempo lottano per non retrocedere e sognano la Uefa. Pensare solo ad evitare gli ultimi tre posti va contro a quei principi di autostima e di convinzione nelle nostre capacità che abbiamo voluto impostare… Senza cullarcisi sopra, comunque».

Carattere e grinta. Quello che manca, è opinione comune suffragata dai fatti, è la capacità della squadra di reagire alle difficoltà: non lotta, la Samp, e se si fa metter sotto ci resta. Marotta lo sa: «E' vero, l'approccio alla gara va analizzato in maniera profonda. Le motivazioni, l'aspetto psicologico: nel calcio di oggi sono fattori determinanti. Io ritengo che questo gruppo risponda comunque agli obiettivi della società, solo ha come primo problema quello di rafforzare la propria autostima… Domenica dopo domenica incontriamo avversari di valore, agguerriti, ma questo gruppo può ancora raggiungere determinati traguardi. E se sono emerse delle negatività, beh, meglio sia successo ora che c'è ancora tutto il tempo per trovare un rimedio».

Nella foto Pegaso, l'a.d. blucerchiato Beppe Marotta insieme ad Angelo Palombo.

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