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Mazzarri: «Contro il Milan concentrati e convinti»

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Mazzarri: «Contro il Milan concentrati e convinti»

Il tecnico della Samp alla vigilia della sfida coi rossoneri: «E' un dato di fatto, sbagliamo l'approccio alla partita. Ma col Milan dovremo andare al 120% delle nostre capacità».

30_mazzarriCatania va giù a fatica, anche due giorni dopo: a Walter Mazzarri la Samp è piaciuta poco. Questione di atteggiamento, questione di testa. Con un paio di errori grossolani a compromettere tutto quel che si era fatto in settimana. Da lì deve cominciare – in fretta, il Milan è già qui – il lavoro del tecnico.

Testa e spirito. Nemmeno due minuti e la partita, a Catania, aveva già preso una piega parecchio storta. Con Atalanta e Parma, risultato diverso ma stesse difficoltà. Morale: la Samp comincia male. «E' ormai un dato di fatto – ammette Mazzarri, tra lo sconsolato e l'arrabbiato -, non so per merito degli avversari o per lo spirito che ci mettiamo noi ma di sicuro partiamo col freno a mano tirato. Poi si pagano anche gli episodi, perché il primo gol di domenica nasce da un errore banale che nove volte su dieci non facciamo… Ma l'approccio rimane sbagliato». Approccio pagato caro, alla fine: «Sapevamo che il Catania avrebbe aggredito da quella parte, su Cassano, e abbiamo perso palla dove non dovevamo perderla. E pure sul raddoppio non eravamo concentrati, attenti alle marcature. E' lì che devo lavorare, perché con due errori del genere abbiamo compromesso tutta la partita: nella ripresa la reazione c'è stata, ma l'importante sarebbe stato non farsi del male da soli subito, già nel primo tempo…».

Le tre punte. Scelta che tutti aspettavano, quella delle tre punte vere in campo dall'inizio: Cassano e Bellucci con Montella. Finalmente insieme. E' durata poco, è andata male. Mazzarri, però, non abbassa la testa: «Resta una scelta mia, della quale ero e sono convinto. Dite che abbiamo sofferto in mezzo? I gol subiti non nascono da lì. E' che nel calcio conta star bene e scendere in campo concentrati, carichi di adrenalina e convinti di poter far risultato: se ci dimentichiamo qualcosa, il castello cade… A Catania ci siamo smarriti, dobbiamo ritrovare immediatamente il filo».

Assenze e infortuni. Non cerca scuse, Mazzarri: le domande gli arrivano, certi argomenti non li tira fuori lui. Ma se ne parla. Perché è innegabile che le tre giornate prese da Campagnaro creino problemi, perché è vero come la pioggia che bagna Bogliasco che alla Samp quest'anno i muscoli saltano. «Non si può mai stare tranquilli», sorride amaro il mister. Che poi riprende e allarga il concetto: «La mia carriera, in questo senso, un po' mi conforta: se voi andate a controllare, vedrete che nelle mie squadre gli infortuni muscolari sono sempre stati pochissimi. Insieme al preparatore ci stiamo molto attenti, facciamo prevenzione e scarico apposta per evitare guai. Non conosco la risposta esatta, posso pensare che si stia pagando quella settimana, prima dell'Intertoto, in cui abbassammo i carichi per poter passare il turno. E' un'ipotesi. E purtroppo la realtà è questa, se prima avevamo parecchie alternative nei vari ruoli adesso le scelte sono molto più obbligate: Gastaldello dovrebbe seguire un suo percorso per recuperare la forma e devo invece farlo giocare senza lasciarlo rifiatare, Bonazzoli ha carattere e generosità ma non sappiamo quanto possa durare nel corso di una partita… E poi Montella: ha preso una botta, mi restano due allenamenti per capire insieme a lui come stia veramente. Vorrei farlo giocare, dico la verità».

Kakà e il Milan. A veder le cose da una certa angolazione, il Milan ferito e deluso è l'avversario peggiore che potesse capitare. E Mazzarri lo sa: «Nemmeno in queste cose siamo fortunati», allarga le braccia. Poi prosegue, l'allenatore della Samp: «Troveremo un avversario avvelenato, carico di stimoli e concentrato. Un avversario in forma, perché nonostante i risultati il Milan gioca e gioca bene. Nessun vantaggio, per noi: dovremo metterci tutto quel che abbiamo e anche di più, per sperare in un risultato positivo…». Frulla qualche idea, nella testa del tecnico: «In cuor mio a qualcosa sto pensando, ma l'importante è muoversi bene sul campo, entrare negli spazi e mettere i palloni giusti per chi ci sarà. Un attaccante alto perché il Milan prende gol di testa? Ma guardate che certe occasioni le avrebbe sfruttate anche il più piccolo dei nostri, e penso a Saudati quando ha segnato a Milano: era solo, non è questione di stazza». Questione di classe, invece, pensando a Kakà: «Ho provato con la marcatura a uomo, con una gabbia, in tanti modi. Poi magari sbagli l'intervento e lui sconclusiona tutto. Bisognerebbe non farlo partire mai, questa è la verità, o al limite tenerlo spalle alla porta… A qualcosa sto pensando».

Nella foto Pegaso, il tecnico della Samp Walter Mazzarri.

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