U.C. Sampdoria Sampdoria logo

Mazzarri: «Samp, a Catania come fosse Marassi»

News

Mazzarri: «Samp, a Catania come fosse Marassi»

Vuole una squadra che sappia giocare in casa come fuori, l'allenatore della Samp: «Questo dev'essere il nostro modo di pensare. Male nelle ultime trasferte? Senza soffrire, però».

26_mazzarriNapoli, sconfitta. Inter, sconfitta. Aalborg, pareggio peggio di una sconfitta. E Torino, ancora sconfitta. Quattro trasferte da incubo, senza gol né sorrisi, e la voglia di cancellarle in un colpo solo: domenica, a Catania. Walter Mazzarri, a due giorni dalla Sicilia, riparte da qui.

Trasferte. Una considerazione, prima di tutto. Mazzarri ci tiene: «Io devo lavorare sulla prestazione, non sui singoli episodi – spiega il tecnico della Samp -. Pensate se Bellucci non avesse fatto gol alla prima occasione, contro l'Atalanta, o se fossimo andati in vantaggio a Torino quando ne abbiamo avuto l'occasione… Il calcio è fatto di queste cose, esiste l'imponderabile: e il dato concreto è che, nonostante le sconfitte, non abbiamo mai sofferto». A Catania, allora: stesso atteggiamento, sperando in un risultato diverso: «Il nostro modo di pensare deve essere sempre lo stesso – riprende Mazzarri -, fare bene la fase passiva e una volta in possesso del pallone cercare di esprimere quello che si crede possa far male agli avversari. In casa come in trasferta, anche se lontano da Marassi dobbiamo fare a meno del sostegno incondizionato del nostro pubblico, che qualcosa in più ce lo dà…».

Assenze e ritorni. Sembra una stazione, la Samp. Gente che arriva, gente che se ne va: nel senso di infortuni e squalifiche che finiscono e cominciano, in un'alternanza che bene – giocoforza – non può fare. I ritorni, per cominciare: Volpi, Maggio, forse anche Cassano. «Sono restio ad usare aggettivi assoluti come insostituibile o cose del genere – è la risposta di Mazzarri -, ma effettivamente Sergio è un giocatore su cui punto per una scelta che non è solo tecnica: lui ha personalità, la sua presenza è un punto di riferimento per i meno esperti. Fa bene al gruppo. Poi è un piacere anche vedere Maggio in gruppo, perché Zenoni ha tirato la carretta fino ad oggi: certo, è ancora indietro e devo valutare per bene se portarlo a Catania, ma il suo rientro è di per sé un dato confortante». Poi Cassano, capitolo a parte. L'allenatore della Samp non si nasconde: «Col Parma avrebbe giocato dall'inizio, lo sapete tutti. Spero che lo stop non abbia inciso sulla sua condizione fisica, e non credo: in questi giorni si è allenato e si è allenato bene». Quello che pesa, invece, sono i tre turni di squalifica rimediati da Campagnaro: «E' la cosa che in questo momento mi dà più fastidio – ammette Mazzarri, senza giri di parole -. Perderlo così, proprio quando abbiamo tre partite in una settimana, è un problema: Bastrini a parte, giocatore di valore ma pur sempre giovane, dietro non abbiamo più ricambi. Non vorrei dover pagare qualcosa contro Milan e Cagliari».

Le promesse di Cassano. Antonio Cassano merita spesso un discorso a parte: Mazzarri non ne può fare a meno, in sala stampa le domande gira e rigira finiscono lì. Parte da lontano, il tecnico: «Le mie squadre nascono intorno ad un concetto, che è quello dell'organizzazione. Sogno un mosaico da muovere a piacimento, con automatismi perfetti… Però sono stato un giocatore anch'io, e da giocatore ero restio a stare negli schemi: questo mio passato mi ha aiutato a capire meglio cosa passa nella testa di un talento come lui. Se si è inserito bene? Ha uno splendido rapporto con tutti quanti, dallo staff ai compagni a chi lavora intorno alla squadra: e soprattutto sta mantenendo tutto quel che ha promesso quando è arrivato, e lo sta facendo meglio di ogni previsione».

Montella e il tridente. Altro giro, altro giocatore di talento. E che talento: «Se gioca così, uno come Montella non mi garba mai levarlo dal campo», sorride Mazzarri. Che risponde così, a chi gli parla di un caso sgonfiato: «Il caso non c'è mai stato, semplice. Con Vincenzo il rapporto è ottimo, sia a livello personale sia nel rispetto dei ruoli. A volte uno come lui, abituato (e giustamente) ad essere al centro dell'attenzione per quello che è stato in grado di fare sul campo, può soffrire ad essere sostituito, a non partire dall'inizio: ma se reagisce è solo un moto di orgoglio, problemi non ce ne sono. E se continua come domenica, problemi non ce ne saranno mai». Lui con Cassano e Bellucci, a Catania? «Ho le idee abbastanza chiare – chiude Mazzarri -, mi resta solo un dubbio in un ruolo. Ma se la condizione di certi giocatori è ottimale, com'era prima della partita col Parma, l'idea è ben delineata: serena mai, fa parte del mio ruolo pesare ogni decisione…».

Nella foto Pegaso, la grinta del tecnico blucerchiato Walter Mazzarri.

altre news

Campagna abbonamenti 2024/25