Palombo: «Niente tragedie, ma così non si può perdere»

Parla da capitano, Angelo. Che taglia corto: «E' normale prender gol a San Siro, ci mancherebbe. Quel che non va è non reagire: tanto vale, allora, andarsene subito sotto la doccia».

Il tono di voce di Angelo Palombo è sulla falsa riga di quello ascoltato due settimane fa a Napoli. Solo che stavolta davanti c'è l'Inter e allora ci si arrabbia un pochino meno, giusto perché quella di Mancini è una squadra fatta di campioni, contro cui perdere 3-0 può starci. Ma non così. «No, così no – comincia secco Angelo -. Dopo il loro primo gol, sembravamo morti e non deve più succedere. Dobbiamo farci un bell'esame di coscienza per capire cosa non va, anche perché era perfettamente lecito subire un gol a San Siro. La reazione, però, doveva essere completamente diversa». Qualcuno si è chiesto se si tratti più di un problema fisico o psicologico. Palombo non ha dubbi: «Qui è una questione di testa, nient'altro. Ripeto: dobbiamo assolutamente invertire la rotta anche perché se prendiamo gol e facciamo così, tanto vale che l'arbitro fischi la fine prima del tempo».
Qualcun altro ha dato un'occhiata alla classifica, non proprio ridente. «Era meglio partire bene piuttosto che male, d'accordo, però siamo all'inizio e non è il caso di far tragedie. La cosa fondamentale ora è riprendere in mano la nostra mentalità, poi i risultati verranno».
Quanto pesano le assenze in questo periodo? «Possono influire come no, anche se alcuni giocatori sono più difficili da sostituire rispetto ad altri. Chi va in campo comunque deve far bene lo stesso, altrimenti non avrebbe la fiducia del mister». E l'attacco che non segna più? «Stiamo faticando ad andare in gol per tutta una serie di motivi – passa e chiude Angelo -, una serie che non parte solo dal reparto avanzato. Quando si fa male, si fa male tutti. Punto e basta. E tutti insieme bisogna migliorare». Parola di capitano.

Speciale Inter-Samp. Clicca qui per sapere tutto sulla sfida del Meazza.

Nella foto Pegaso, Angelo Palombo alle prese con il giovane interista Pelé.