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Samp all’attacco, ma il derby si chiude a reti bianche

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Samp all’attacco, ma il derby si chiude a reti bianche

Si chiude a reti bianche il derby d'andata: Samp sempre all'attacco, occasioni d'oro nella ripresa per Montella (salva Scarpi) e Delvecchio (sulla linea rimedia Coppola). Esordio per Cassano.

23_scarpimontellarossiChe non sia stato un derby spumeggiante, beh, è sotto gli occhi di tutti. Questo Sampdoria-Genoa invecchiato di 12 anni, però, il suo buon aroma lo ha conservato comunque. Magari non sul campo, magari non per gli adagiati in pantofole su poltrona, affamati di giocate da playstation, colpi di tacco e replay su replay; ma per gli assiepati su spalti e sogni è tutta un'altra cosa: per loro il sapore del derby è lo stesso di sempre. Ciò che succede sul prato passa in secondo piano, sono importanti solo il risultato e l'attesa, quella tensione che consuma e spaventa – ma tiene vivi. Si contano su decine e decine di abachi i derby bruttini, brutti, addirittura noiosi. Questo non è il primo che – sotto il profilo dello spettacolo, dell'estetica – delude un po' e di certo non sarà nemmeno l'ultimo. Samp e Genoa, tuttavia, il cuore lo hanno gonfiato con tutto il sangue che avevano, che è poi ciò che la gente vuole. Perché è quello che la gente prova.

L'attesa. 38.000 persone al Ferraris non le si vedevano da un pezzo e la festa di un'intera città è iniziata presto, fin dalle prime luci del giorno, quando i tifosi hanno cominciato a radunarsi per una serata immaginata da 12 anni. Qualcuno ha detto che il derby è arrivato troppo presto – è la quarta giornata -, beh, a livello di calendario probabilmente è vero, a livello di preparazione pure. Ma quando si può dire di essere pronti per una partita simile? Mai e sempre, quindi ogni giorno è buono. Anche se un pizzico di paura in campo la si è vista: il Genoa in campionato non ha ancora vinto, la Samp è reduce da una barcata di infortuni e dai due passi falsi chiamati Napoli ed Aalborg. Entrambe devono anche pensare a mercoledì, leggasi turno infrasettimanale, dicasi altri tre punti in palio. E' inizio stagione d'accordo, ma valgono già come fosse l'ultima giornata.

Volpi c'è. Genoa in maglia bianca – sorpresa… – ed in formazione annunciata (stupisce solo l'assenza di Papa Waigo, nemmeno in panchina), Sampdoria in maglia blucerchiata e schieramento da pronostico. Mirante fa le scarpe a Castellazzi, sulla lista dei cattivi dopo le imprecisioni di Napoli ed Aalborg, la difesa invece recupera Campagnaro – autore di una gara strepitosa – e Sala, con Gastaldello titolare (Lucchini non è al cento per cento). In mezzo il boato della Sud accoglie Sergio Volpi, capitano coraggioso di scena con una caviglia e mezzo. Al suo fianco c'è Angelo Palombo, sugli esterni vanno Zenoni e Pieri. Davanti, si parte con Bellucci, Delvecchio e lo spauracchio genoano Vincenzo Montella, fischiatissimo dalla Nord.

Pericolo Delvecchio. Il match inizia con la Samp a tenere il pallino del gioco – sarà così per il resto della gara – ed il Genoa, ben orchestrato da Gasperini, a cercare il varco per trafiggere l'avversario. Tiri in porta poco e niente, al contrario i ventidue in campo si danno un sacco di botte, risultato: gioco spezzettato e quasi sempre fermo. Soltanto al 35' arriva la prima occasione importante, la fa annotare la Samp con Delvecchio, bravo a calciare al volo una respinta fuori area, mandando a lato di pochi centimetri. Il resto sono bombe da fuori di Volpi, Bellucci e Palombo, sempre senza mira. La prima conclusione verso Mirante il Genoa la costruisce al 44', quando Milanetto fa partire una traiettoria ad uscire larga molti metri. La Nord rumoreggia come quando la palla esce di un pelo, la Sud schernisce i cugini ripetendo l'operazione ogni volta che qualcuno calcia dal centrocampo in su. Roba da derby, né più, né meno. Fatto sta che il parziale numero uno scivola via e lo 0-0 persiste.

Tocca a Montella. Nella ripresa, Gasperini cambia subito le carte in tavola, togliendo un disorientato Milanetto per Sculli. Fuori anche Di Vaio, certamente non in serata, dentro la mina vagante Leon. Il Genoa è più vivace, la Samp accusa per qualche minuto. I rossoblù però ottengono solo calci da fermo e angoli, tutto ciò mentre dalla panchina blucerchiata si alza Antonio Cassano. Al 21' giallo a Bellucci, protagonista di un episodio non bellissimo. Lui stesso dirà a fine gara: «Potevo fare molto meglio in quell'occasione, mi dispiace». Il numero 11 scalcia sulla fronte Rubinho in uscita bassa: il gesto non è cattivo, ma mette ko il portiere genoano, costretto ad uscire e a correre al San Martino per le analisi di rito. Fortunatamente – stando al bollettino medico del post-partita -, l'estremo difensore brasiliano non ha subito danni gravi. A difendere i pali dei grifoni torna Alessio Scarpi, dodicesimo buono per tutte le occasioni. E giusto qualche minuto dopo, proprio Scarpi si trova davanti Montella, uscito da uno scambio con Bellucci con le chiavi per il gol dell'1-0. Niente da fare, l'Aereoplanino non riesce a dar la zampata decisiva, sprecando l'occasione forse più nitida di tutta la partita. Proprio sotto la Nord. Al 29', invece, calcio di punizione sui venti metri per il Genoa, esecuzione rimandata per diversi minuti, fin quando Leon spara in gradinata.

L'esordio di Cassano. Poco dopo la mezz'ora arriva finalmente il giorno di Antonio Cassano, al debutto assoluto in campionato con la maglia della Sampdoria. Gli fa posto l'amico Montella, e lui entra subito in partita. Peter Pan la tocca poco, ma quando la tocca fa capire che è di un altro pianeta. Alcune aperture e uno stop di petto in particolare sono perle, un assaggio di ciò di cui Cassano sarà capace quando la forma fisica gli darà il doveroso complemento al suo formidabile estro. La gara prosegue con un altro cambio: esce Pieri – stanchissimo – per Ziegler. Il bello deve ancora venire.

Incredibile. Minuto 50', l'ultimo dei cinque di recupero concessi da Rosetti. Angolo Samp, palla dentro, mischia. Delvecchio la deve solo spingere dentro e ci prova quasi ad occhi chiusi, Coppola non si sa come gliela ricaccia fuori dalla porta. Una gradinata torna alla vita dopo mezzo secondo di morte apparente, un'altra va a casa con qualche dito in meno. Quelli che mancano, i sampdoriani se li sono mangiati. Finisce 0-0, la classifica si muove, la Samp prepara la trasferta di San Siro – si gioca mercoledì sera – con un pizzico di ottimismo in più e con molte ansie in meno. Il derby è alle spalle. Lo si è onorato, probabilmente lo si è giocato meglio del Genoa, non lo si è perso. C'è da prendere tutto il positivo possibile, perché contro Mancini e la sua Inter – entrambi incavolati neri per i recenti risultati -, ne servirà un mondo e mezzo.

Sampdoria   0
Genoa           0
Sampdoria (3-4-2-1):
Mirante; Campagnaro, Sala, Gastaldello (34' s.t. Lucchini); Zenoni, Volpi, Palombo, Pieri (37' s.t. Ziegler); Delvecchio, Bellucci; Montella (31' s.t. Cassano). A disposizione: Castellazzi, Franceschini, Sammarco, Caracciolo. Allenatore: Walter Mazzarri.
Genoa (3-4-3): Rubinho (22' s.t. Scarpi); Bega, Bovo, Lucarelli; Konko, Milanetto (6' s.t. Sculli), Coppola, Fabiano; Rossi, Borriello, Di Vaio (12' s.t. Leon). A disposizione: Danilo, Paro, Santos, Masiello. Allenatore: Gian Piero Gasperini.
Arbitro: Rosetti di Torino.
Assistenti: Calcagno di Nichelino e Griselli di Livorno.
Quarto uomo: Mazzoleni di Bergamo.
Note: ammoniti al 2' s.t. Milanetto, al 21' s.t. Bellucci, al 23' s.t. Coppola, al 29' s.t. Palombo, al 31' s.t. Delvecchio, al 35' s.t. Lucchini e al 39' s.t. Lucarelli; spettatori 38.000 circa; recupero p.t. 0', s.t. 5'.

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Nella foto Pegaso, Vincenzo Montella davanti ad Alessio Scarpi: occasione pulita, il Genoa si salva.

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