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1 ottobre 1989: festa Samp con Vialli e Mancini

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1 ottobre 1989: festa Samp con Vialli e Mancini

Siamo all'era Mantovani, siamo un anno prima dello storico Scudetto blucerchiato: il Genoa prova a far paura, passa con Fontonal, ma i gemelli del gol firmano il successo della Samp.

21_mancinivialliE siamo agli anni magici della storia blucerchiata. Primo ottobre 1989: Genoa-Sampdoria, ancora una volta in Serie A. Rispetto all'ultima stracittadina descritta, è cambiato tutto. Il Doria è diventato una realtà del calcio italiano, capace di lottare ai massimi livelli, e i rossoblu (tornati nella massima serie dopo una lunga cavalcata in B, con la regia di Franco Scoglio) di lì a un anno conquisteranno la loro prima Europa. Il presidente della Samp è l'indimenticato Paolo Mantovani, un nome ed un cognome che non hanno bisogno di alcuna presentazione. Mantovani fin dal giorno del suo insediamento – 3 luglio 1979, il Doria era in Serie B – disse: «Voglio condurre questa squadra allo Scudetto». Il grande Paolo ci sarebbe arrivato un anno e mezzo dopo la sfida che stiamo per raccontare, tra lo stupore dell'ambiente calcistico italiano, in effetti non molto abituato ai miracoli.

L'era Mantovani. Ma miracolo fu, grazie alla lungimiranza di Mantovani, scopritore di talenti come pochi. Furono tutte sue creature campioni del calibro di Pietro Vierchowod, Moreno Mannini, Attilio Lombardo, Gianluca Pagliuca, Gianluca Vialli e quel Roberto Mancini per cui il presidentissimo stravedeva. Quella Samp viveva in un calcio diverso dall'attuale, un calcio sicuramente più passionale, più affidato agli uomini che ai manager, più diretto nel rapporto calciatore-presidente-allenatore. E Mantovani era un accentratore, l'ultima parola passava sempre da lui: lui investiva, lui decideva. E alla fine i risultati gli diedero ragione: nei suoi 15 anni di presidenza, San Paolo – come lo hanno chiamato più d'una volta i tifosi sampdoriani – condusse il Doria ad uno Scudetto, una Coppa Coppe, tre Coppe Italia ed una Supercoppa Italiana. Per non parlare dei successi mancati, forse ancora più grandi di quelli ottenuti. Su tutti, la finale di Coppa dei Campioni di Wembley, che segnò forse definitivamente il momento più alto della storia sampdoriana, ma non va dimenticata nemmeno la finale di Coppa Coppe a Berna e il campionato 1993/94, l'ultimo che Mantovani vide. Il 14 ottobre del 1993, infatti, la stella del più grande presidente sampdoriano di tutti i tempi si spense, lasciando un vuoto incolmabile nella tifoseria e nella maggior parte dei calciatori che Mantovani aveva portato al grande calcio. Come ultimo regalo alla Sud, Paolo aveva acquistato in estate dal Milan un certo Ruud Gullit, affiancandolo ai nuovi pilastri di quella straordinaria squadra: il capitano della nazionale inglese David Platt e il fortissimo centrocampista jugoslavo Vladimir Jugovic, solo per far due nomi. Il tecnico era Sven Goran Eriksson. Molti dicono che l'ultima Sampdoria di Paolo Mantovani fu la più forte di tutte, si dice anche che se il presidente non fosse scomparso, oggi la bacheca blucerchiata conterebbe uno scudetto in più. Forse è leggenda, forse no, dato che quella Samp giunse terza in Serie A, conquistando anche la quarta Coppa Italia della sua storia. Di certo con Mantovani ci sarebbe stata un'ulteriore spinta.

Il derby. Si era partiti però dal derby dell'89, un derby deciso dai "gemelli del gol", Vialli e Mancini. Il Genoa di capitan Signorini non ha ancora l'ariete Thomas Skuhravy, ma può comunque contare su Pato Aguilera, funambolico fantasista sudamericano arrivato in estate insieme a Perdomo e Ruben Paz. In difesa, i rossoblù oltre a Signorini schierano la bandiera Torrente e il campione del mondo Fulvio Collovati, agli ultimi anni di carriera. La Samp risponde con un undici che somiglia tanto a quello dello scudetto, eccolo: Pagliuca, Mannini, Carboni, Vierchowod, Pari, Pellegrini, Lombardo, Katanec, Vialli, Mancini, Dossena. Mancano giusto Toninho Cerezo e Marco Lanna. L'allenatore, naturalmente, è Vujadin Boskov.

Vittoria. Davanti ai 33.000 del Ferraris, passa in vantaggio il Genoa con Fontolan quando corre il 19' del primo tempo. La Nord esulta, la Samp si riorganizza e prova a pareggiare. Per tutta la restante mezz'ora, i blucerchiati cercano il varco giusto ma bisogna aspettare il 44' per trovare il punto dell'1-1. La firma sul pareggio doriano la mette Luca Vialli, il cui gol farà il paio con quello di Roberto Mancini nel secondo tempo (60'). E' delirio Sampdoria, perché il Genoa non pareggerà più e il derby dell'89 andrà in bacheca Samp. Uno dei tanti trionfi cui ci condusse il grande Paolo Mantovani.

Genoa           1
Sampdoria   2
Reti:
19' Fontolan, 44' Vialli, 60' Mancini.
Genoa: Gregori (65' Braglia), Torrente, Caricola, Collovati (71' Fiorin), Perdomo, Signorini, Urban, Ruotolo, Fontolan, Ruben Paz, Aguilera. Allenatore: Scoglio.
Sampdoria: Pagliuca, Mannini, Carboni, Vierchowod, Pari, Pellegrini (87' Lanna), Lombardo (71' Salsano), Katanec, Vialli, Mancini, Dossena. Allenatore: Boskov.
Arbitro: D'Elia di Salerno.
Note: spettatori 33.000 circa.

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Nella foto, Mancini e Vialli in festa: i gemelli del gol decisero il derby del 1989.

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