U.C. Sampdoria Sampdoria logo

Cassano: «Sono qui perché la Samp crede in me»

News

Cassano: «Sono qui perché la Samp crede in me»

Folla in delirio per l'arrivo a Genova di Antonio Cassano, presentato ufficialmente in mattinata allo Starhotel: «Quando si è fatta avanti la Samp non ho avuto dubbi, ho deciso subito di venire qui».

18_cassano«Ieri sera quando sono arrivato a Genova ho visto il mare, ed ero felice». «Il 99? L'ho scelto perché nove più nove fa 18 e il 18 era occupato. E poi il 99 mi dona. Non so perché, ma mi dona…». «La maglia numero 10? Quella no, è di Flachi». «Perché la Samp? Perché ha avuto fiducia in me nei momenti di difficoltà». «Io ho bisogno d'affetto, se mi danno affetto restituisco il 110 per cento. E la gente stamattina mi ha accolto in un modo incredibile». «Resurrezione qui a Genova? Mica sono ancora morto. E non sono uno che muore facilmente». «Io uomo derby? Ho segnato contro la Lazio, ho fatto gol all'Atletico Madrid e un assist l'ultima volta… Mi toccherà fare gol anche qui… Anzi – e si gira verso Garrone -, devo». Cassanate a ruota libera, di quelle da ascoltare e ascoltare ancora. Da registrarle sul cellulare e farle ascoltare agli amici.

Ritratto di un campione. Antonio Cassano è così: prendere o lasciare. Se ne deve dire una, la dice. Serenamente, col sorriso furbo a corredo di risposte mai precotte. Piaccia o non piaccia, ciò che dice il fuoriclasse di Barivecchia è ben lontano da tutte le parole che uno può ascoltare in una normale conferenza stampa di una normale presentazione.

Folla e sorrisi. Così è pure nella sala Magellano dello Starhotel di Piazza Borgo Pila, ore 11 circa di questa mattina. Fuori, c'è una bolgia. Sembra di stare al Poljud, giovedì sera. Cassano arriva scortato da Marotta e Garrone, giornalisti e fotografi sono in attesa da un'ora, le tv sono pronte per la diretta della conferenza. La diretta della conferenza. Già, Cassano è Cassano. Introduzione di Marotta, poi tocca al presidente Garrone. Ed ecco Antonio. «Che devo dire?», chiede il genio di Barivecchia. Il capo ufficio stampa Marangon gli risponde: «Devi salutare». «Ah, ok. Allora ciao a tutti». La sala ride divertita. Geniale. Poi si comincia a far discorsi più seri, naturalmente rispettando il limite imposto dallo stile di Cassano. «Voglio prepararmi bene, mi metterò d'accordo con l'allenatore e coi preparatori per essere al cento per cento nel minore tempo possibile. Non so dire quando sarò pronto, ma una cosa la dico: ho grande entusiasmo e mi sento già a casa».

Domande scomode. Le domande difficili arrivano subito. Ma Antonio non ha paura, le salta con numeri simili a quelli che fa in campo. Quando hai giocato l'ultima partita, te lo ricordi? «E' stato molto tempo fa…». A peso come andiamo? «Cominciamo bene con voi giornalisti – gesticola con la mano Antonio -… No, devo perdere 2-3 chili, non di più. In una settimana li perdo, tranquilli». Ma il clima resta sempre sereno, Cassano tiene in pugno la platea con l'ironia. E il suo accento spagnolo lo aiuta molto. «Mi è rimasto dopo l'esperienza di Madrid». Ora dovrai imparare il genovese – gli fanno notare i cronisti. «Magari me lo insegna il Direttore –  sorride Antonio guardando Marotta -. No, dai, perché no? Lo imparo il genovese…».

Occasione d'oro. Poi si parla di Samp. «E' un'occasione da prendere al volo questa per me, ho avuto tante richieste ma volevo solo la Sampdoria. L'ho detto al mio procuratore – che è seduto qui in prima fila e che ringrazio per tutto ciò che fa – l'ho detto anche al Real Madrid. Potevo andare a guadagnare più soldi, ma non mi interessava molto, volevo ricominciare in una società seria e ci sono riuscito». Il genio è, quasi sempre, sregolatezza. Alla Sampdoria Cassano trova un ambiente dove invece ci sono regole precise, sulle quali poggia la stabilità dell'intero gruppo. «Io voglio fare bene – attacca il fantasista -, voglio rispettare le norme che mi verranno proposte. Ho sentito che qui c'è uno staff preparatissimo che ti mette in condizione di lavorare nel migliore dei modi. Perché allora creare problemi? Il mio desiderio è di realizzare cose importanti, voglio ritrovare la Nazionale e qui posso farlo. In passato ho commesso molti errori, non voglio più sbagliare».Gli inizi dell'affare: «Il mio procuratore mi ha parlato dell'interessamento della Samp ad aprile-maggio, quando tutti dicevano cose negative su di me e solo il Direttore Marotta e la dirigenza blucerchiata credevano nelle mie qualità. E io non me lo dimentico. Appena ho saputo che la Samp mi voleva, ho deciso».

No, il 10 è di Flachi. Tre numeri 10 fanno capolino nella prima conferenza da sampdoriano del barese. Francesco Totti. «Mi dispiace che abbia lasciato la Nazionale, Francesco è uno dei più forti italiani degli ultimi 15-20 anni insieme a Baggio. Ma nella vita non si sa mai, potrebbe anche ripensarci. Tra poco io tornerò in azzurro, chissà che non torni pure lui». Francesco Flachi. «Lo conosco, è una gran persona. Non potevo prendere il 10, perché è suo. Qui Flachi è un idolo, io non sono ancora nemmeno arrivato e quella maglia è sua di diritto. Spero che torni presto, sarebbe fantastico». Roberto Mancini. «Con Mancini mi sento spesso, lui è un mio fan. E ha sempre parlato benissimo della Samp, altro tassello che mi ha convinto a venire qui».

Obiettivo: star bene. Cassano parla già con la maglia del Doria sulla schiena: «Sono venuto qua per far parte di questo progetto e realizzare grandi cose. Gli obiettivi sono ambiziosi, sono convinto che questa squadra potrà andare in alto; è chiaro che non bisogna vendere fumo alla gente, però ci sono tutte le premesse». Per l'ex madridista c'è solo una preoccupazione: «L'unica cosa che mi serve è stare bene fisicamente, per il resto non c'è problema. Mia mamma quando mi ha messo al mondo mi ha regalato la sicurezza in me stesso; non so perché, però sono sempre stato sicuro di me. Quindi, l'unica cosa che mi interessa è entrare in forma».

L'inserimento. Le ultime battute sono su mister e gruppo. «Ho chiamato il mister appena abbiamo concluso la trattativa, mi sembrava il minimo. Ciò che ci siamo detti resta tra noi, ma mi pare che abbia intuito benissimo le mie caratteristiche. I compagni? Conosco Palombo, Bonazzoli, Caracciolo e Delvecchio perché siamo stati in Nazionale insieme. Ma penso che non avrò problemi con nessuno». Conferenza finita, Cassano va in zona buffet dove pure i giornalisti si fanno fotografare con uno dei personaggi più discussi e amati del calcio italiano. Antonio da oggi è un giocatore della Sampdoria a tutti gli effetti. Ha 25 anni, è nel pieno della carriera e ha tutta la voglia di aggredirla, per tornare nell'olimpo dal quale proviene di diritto. La Samp gliene darà la possibilità, lui dovrà raccoglierla e combattere. «Ho ancora 7-8 anni davanti, è il momento di iniziare a far le cose seriamente». Parola di Antonio.

Speciale presentazione Antonio Cassano
Garrone: «Orgogliosi di aver riportato Cassano in Italia»
Marotta: «Con Cassano ci toglieremo molte soddisfazioni»
Guarda la galleria fotografica
Guarda l'intervista video

Nella foto Pegaso, Antonio Cassano sorride felice con in mano lo stemma della Sampdoria.

altre news

Campagna abbonamenti 2024/25