Koman: «Sono senza parole, un’emozione incredibile»
Schierato a sorpresa da mister Novellino, il giovane talento della Primavera ha stupito Marassi: «Quando sono uscito volevo tenere la testa bassa, ma poi ho salutato ed è stato splendido».
Ucraino di nascita, ungherese d'adozione. Figlio di un'ex atleta – la madre in gioventù correva e vinceva sugli 800 metri, al suo attivo ci sono anche molti successi in svariati grand prix -, centrocampista di belle speranze e stella della Primavera di mister Bollini. Vladimir Koman è tutto questo ma è, soprattutto, il volto nuovo in casa Samp, la bella storia da copertina, colui che ha saputo vincere la sua personalissima partita – aiutando, e non poco, anche la Sampdoria -, nella cornice del match col Toro, incontro che rimarrà nella memoria del biondo numero 6 doriano probabilmente per il resto della vita.
Esordio in Serie A, quando nessuno dall'esterno ci avrebbe messo su mezzo euro. E chissà quanti, leggendo le formazioni prima dell'avvio, avranno pensato: «Ma qui c'è un errore di stampa, si sono sbagliati». Niente affatto, Koman negli undici titolari c'era per davvero. «Quando l'ho visto alzare la testa e giocare il pallone facilmente anche con la prima squadra – racconterà poi Novellino a fine gara -, ho deciso di schierarlo dal primo minuto. La personalità non segue l'età anagrafica e il ragazzo ne ha da vendere». Il tecnico della Samp ha dunque regalato un sogno a Vladimir, fornendogli la possibilità di dimostrare qualcosa di importante alla gente e alla squadra. «E' stato troppo bello oggi – dice Koman in sala stampa (in un ottimo italiano), assediato da una bolgia di cronisti che quasi gli copre il viso -, voglio ringraziare i tifosi perché mi hanno messo i brividi. Non avevo mai giocato davanti a tante persone, è stato fantastico».
«L'ho saputo questa mattina che avrei giocato – prosegue Vladimir – e ho telefonato immediatamente a mio padre, la persona a cui voglio dedicare questo esordio. Ho chiamato poi anche i miei amici e ho promesso loro che avrei dato tutto ciò che era nelle mie possibilità». Promessa mantenuta, vista anche la standing ovation della Sud al momento della sostituzione del giovane centrocampista: «Volevo uscire a testa bassa, senza guardare la gradinata – racconta emozionatissimo Koman -, ma poi non ce l'ho fatta e ho salutato. A quel punto i tifosi si sono messi ad urlare ancora di più… Non ho davvero parole per ringraziarli e per descrivere le sensazioni di quel momento».
Oltre alla prestazione di alto livello fornita in senso lato, Koman è stato già capace di risultare decisivo. Suo infatti l'assist vincente per il gol-partita di Bonazzoli, un segno del destino? «Non lo so – è la risposta dell'ucraino-ungherese -, ma è chiaro che mi fa piacere. In queste cose ci vuole anche tanta fortuna, a me è andata bene, ma sono felice soprattutto per la squadra, per il successo finale. Ne avevamo bisogno». Parole importanti, parole mature. Come il biondo numero 6, per il quale miglior esordio non poteva forse essere immaginato neppure nei sogni più arditi.
Nella foto Pegaso, Vladimir Koman in azione contro il capitano del Torino Roberto Muzzi.