Accardi: «Alla Samp sono rinato dopo un periodo buio»
Il difensore blucerchiato davanti al Palermo, passato e radici: «Ma non farò sconti, sono alla Samp e come tutti inseguo un obiettivo bello e importante».
Lì è nato, lì stanno le radici, il passato. Pietro Accardi, Palermo e il Palermo: tutto in una partita – delicata sia per i rosanero che per la Samp. «Non ancora decisiva, ma importante sì: come tutte quelle che ci aspettano da qui alla fine».
Un obiettivo da raggiungere. La Samp ha voglia di credere ancora all'Europa, ha fame e il pareggio col Cagliari non ha cambiato le carte in tavola: «Sapevamo che sabato scorso avremmo avuto delle difficoltà – racconta Accardi -, incontrare adesso squadre che stanno in basso significa ritrovarsi davanti gente col coltello tra i denti. E poi anche un punto fa classifica, basta non perdere… Però anche il Palermo avrà rabbia in corpo per i risultati degli ultimi tempi: sta a noi, da qui in avanti, sbagliare il meno possibile e provare a raggiungere quell'obiettivo che tutti aspettiamo… Crediamo nelle nostre potenzialità, possiamo farcela».
Guai a sottovalutarli. Qualche pareggio di troppo, un infortunio – quello di Amauri – che ha da tempo spezzato il ritmo impossibile del girone d'andata, qualche squalifica e un altro paio di guai fisici a rendere le cose ancora più grigie. Eppure il Palermo resta squadra di tutto rispetto, destinata a rincorrere fino all'ultima giornata una qualificazione in Champions League che sembrava già conquistata. E Accardi, difatti, non si fida: «Amauri era il punto fermo, quello che dava continuità ai risultati – spiega – , ma Guidolin ha comunque una rosa ampia e valida, fatta di giocatori forti… Di certo attraversano un momento negativo, ma visto che conosco la piazza so che avranno in corpo la voglia di chiuderlo al più presto, di dare la svolta: dovremo essere bravi a capirlo, a non sottovalutarli e a fare del nostro meglio per portarci comunque a casa i tre punti».
La rinascita. Pietro Accardi a Genova ha dimenticato un anno e mezzo difficile, riscoprendosi centrale e conoscendo finalmente quella continuità che in Sicilia era sempre mancata: «Palermo e il Palermo sono la mia storia – sorride il difensore della Samp -, della squadra resto un tifoso e sono felice di aver passato tanti momenti, belli e brutti, a casa mia. Però non farò sconti, qui a Genova ho trovato un allenatore che ha creduto in me, nelle mie capacità, e ha saputo tirar fuori quanto avevo di buono. Avevo bisogno di giocare, di farmi rivedere: per questo dico che, dopo tutto il tempo che sono stato fuori, questa è la mia rinascita dopo un momento buio».
Guidolin e Novellino. Due tecnici diversi, nonostante il ruolo che entrambi hanno recitato nella carriera di Pietro: «Sono bravissimi, tra i migliori – sottolinea lui -. Novellino però è più estroverso, ti dice in faccia tutto quel pensa e sa trasmetterti tutto il suo carisma: e nel calcio queste sono grandi qualità».
Nella foto Pegaso, la grinta e la concentrazione di Pietro Accardi, prima stagione alla Sampdoria.