I nostri giovani, un patrimonio sul quale puntare
Aldo Jacopetti è da quest'anno responsabile del Settore Giovanile della Sampdoria. Lo abbiamo incontrato per stilare un primo bilancio di questa sua nuova esperienza in blucerchiato. Un'attenta analisi con un occhio alle prospettive dei nostri ragazzi e più in generale rispetto alla attenzione riservata ai vivai dal calcio italiano.
Dopo tredici anni al Fanfulla e l’esperienza in una grande come il Milan, quali le sensazioni al primo impatto con l’ambiente sampdoriano?
«Indubbiamente ottime. La serietà e la competenza della dirigenza non le scopro certamente io. Per il resto solo conferme positive: a Bogliasco si lavora decisamente bene, esistono le condizioni per poter operare al meglio».
Bogliasco per l’appunto. A partire da questa stagione tutto il lavoro del Settore Giovanile della Samp si concentra sui campi del Poggio, un vantaggio non da poco.
«Questa è stata una scelta importantissima che sta portando indubbi benefici sotto tutti i punti di vista. Il controllo sui ragazzi è totale e soprattutto quotidiano. Dal punto di vista operativo una opportunità determinante che porta vantaggi notevoli, in primis per le leve minori che hanno in questo modo la possibilità di ammirare anche il lavoro dei più compagni più grandi».
Entrando nello specifico della nostra analisi come non partire dalla Primavera di mister Alberto Bollini, fin qui protagonista di un inizio di stagione senza dubbio esaltante con la vittoria del torneo "Carlin’s Boys" e la leadership in campionato.
«La Primavera è certamente il fiore all'occhiello del nostro vivaio. Una squadra con un organico di prim'ordine per la categoria. Un gruppo con ambizioni importanti, la qualità della rosa stessa lo impone. Dietro ai già noti Foti, Da Mota, Di Gennaro, Bastrini e Soddimo scalpitano ragazzi dall'avvenire assicurato. Un patrimonio chiave per il domani della Samp, ottimamente gestito da Bollini».
E dopo la Primavera gli Allievi di mr. Pertusi.
«Gli Allievi Nazionali vengono a ruota… Abbiamo nelle nostre fila sei ragazzi nati nel 1991 che pur giocando sottoleva si stanno comportando alla grandissima. Questo ci garantisce di per sé già ottime prospettive. E' in questo campionato che si iniziano a intravedere le potenzialità di un calciatore».
Ancora dietro piccole grandi speranze crescono, si potrebbe dire…
«Giovanissimi, Esordienti, Pulcini… Abbiamo quasi 160 ragazzi tesserati dei quali ben 145 nati in Liguria. Questo è un aspetto da non sottovalutare poichè è nel nostro bacino d'utenza naturale che dobbiamo andare a ricercare nuovi talenti. Di questo minuzioso lavoro condotto negli anni non posso che ringraziare anche il mio predecessore, Angelo Massola. Qui si opera nell'ottica della valorizzazione del singolo, senza perdere però mai di vista il risultato».
Ha fatto un cenno alla Liguria, un territorio da sempre fucina di ottimi talenti, ma che paga pesantemente dazio dal punto di vista delle infrastrutture. Anche per questo la società ha puntato forte sul concentramento di tutte le attività in un'unica sede.
«La regione è e deve essere il nostro riferimento principale. Un territorio peraltro in grado di esprimere buone individualità. Sta a noi, ai miei collaboratori in primis, scovarle e guidarle nella loro graduale crescita fisica e tecnica. Vogliamo cercare di ampliare la base dalla quale attingere nuovi talenti, allargando di conseguenza i rapporti di collaborazione con le società dell’area genovese. E con il Progetto Liguria (al suo secondo anno di vita) questo lavoro di monitoraggio è portato avanti in maniera molto professionale».
Allargando gli orizzonti, come giudica la situazione generale del calcio italiano per quel che riguarda le prospettive di crescita dei vivai delle singole società del panorama nazionale?
«Il futuro può essere roseo, le potenzialità ci sono tutte. Manca però nel nostro paese la cultura dell'interesse verso campionati importanti come quello Primavera. La visibilità da parte dei media in questo contesto non deve fermarsi al semplice weekend, ma protrarsi per tutta la settimana. I miglioramenti da questo punto di vista sono stati indubbi nelle ultime stagioni, ma non ci si deve fermare qui».
Nella foto Pegaso, mister Alberto Bollini coi ragazzi della Primavera.