Bazzani: «Sarà ancora importante per questa squadra»
Gioie e dolori di un centravanti che ne ha passate tante, troppo, e ha un solo desiderio: «Star bene e poter giocare. Per la società, per l'allenatore e per tutti i compagni che hanno sempre creduto nel mio ritorno».
Tre giorni dopo, Fabio Bazzani non ha perso il sorriso. Juventus-Sampdoria, primo vero test dopo sette mesi e passa di calvario, lascia solo sensazioni positive: «Vediamo come andranno in settimana gli allenamenti, le partitelle – spiega, sereno, l'attaccante della Samp -, poi valuteremo la situazione con il mister e con il dottore… Ma direi che per ora tutto è a posto»
Ritrovarsi. E' stato strano, ricominciare. Bazzani non scappa, lui per primo sa quanto conti – prima di tutto – ritrovare il rapporto col campo a livello mentale: «Qualcosa è cambiato – ammette -, per dei mesi la mia testa ha detto che ero malato e ha resettato tutto quel che voleva dire campo, avversari, partita… Quello con la Juve è stato il primo impatto di un certo tipo, con dei giocatori a marcarmi, e riprendere confidenza non è stato semplice, ma i tempi clinici per il recupero del ginocchio questa volta li abbiamo rispettati con estrema calma: potrei anche giocare 115 minuti già domani, se non lo faccio è perché devo trovare la forma e riabituarmi mentalmente a tutte quelle cose che per un calciatore sono normali e dopo tanti mesi d'infortunio non lo sono più. La voglia di essere di nuovo protagonista c'è, è chiaro, ma non posso volere tutto e subito: quel che mi interessa, allenamento dopo allenamento, è tornare a casa consapevole di aver fatto dei piccoli passi avanti». Ritrovarsi, insomma. E Bazzani sorride ancora: «L'altro giorno, prima della partita, avevo addosso l'orecchino, la fede e i braccialetti. Gliel'ho spiegato, all'arbitro: in clinica mi lasciavano tenere tutto, e io ormai ero abituato ad esser lì…
I due infortuni. Bazzani ha chiaro in mente come si sentiva dopo il primo crack. «Stavo bene – ricorda -, benissimo, era addirittura inimmaginabile che io mi sentissi così in soli quattro mesi. Avevo giocato 90' a Udine, avevo segnato a Lecce e fatto bene in una gran partita come la vittoria sulla Fiorentina: tutto bene, troppo bene… Eravamo andati di fretta e ne ho pagato le conseguenze, quindi adesso non guardo molto in là: giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, penso a come sto».
I sogni. C'è tempo per sognare, quando si sta fuori. Ma per Bazzani non è cosa, pensare in grande: «Sogno cose semplici, piccole – dice lui, convinto -. Cose normali che per uno che ha passato quel che ho passato io sono già abbastanza: rientrare, stare bene con continuità, ecco cosa sogno. I gol no, quelli non te li regala nessuno, te li devi andare a cercare, ma se sei a posto sono anche una conseguenza. Spero solo di aver pagato alla sorte quel che c'era da pagare».
La fiducia dell'ambiente. Tutti, dalla società al tecnico ai compagni di squadra, non vedono l'ora che Bazzani possa tornare in campo a fare quello che sa fare. «Senza questa fiducia non sarei nemmeno uscito dagli infortuni – replica lui, orgoglioso dell'affetto che lo circonda -. La botta del doppio intervento è stata difficile da digerire e i momenti di sconforto sono stati tanti, ma quando devi tirar fuori tutto quel che hai per venirne fuori è fondamentale avere l'appoggio psicologico degli altri: il tecnico, la dirigenza e i ragazzi mi hanno fatto sentire importante anche allora, quando non potevo dar niente, e sentire fiducia intorno mi ha aiutato a non mollare mai… Tutti mi stimano? Devo farcela anche per loro. Io credo di potercela fare e voglio essere ancora importante per questa squadra».
Tra prestazioni e risultati. Da spettatore, Bazzani ha vissuto un inizio di stagione paradossale: le prestazioni non sono mancate, ma il peso della vittoria che non arrivava era troppo grande. E allora, che Samp è stata conoscendola da dentro ma vedendola da fuori? «E' stata una buona Samp – è l'analisi del centravanti bolognese -, una Samp cui sono mancati solo i risultati. Fortunatamente questa benedetta vittoria è arrivata, così adesso si potrà tornare a guardare soltanto come giochiamo… E poi serve tempo, ci sono tanti nuovi e tanti giovani».
Io e Francesco. «Quando abbiamo battuto a centrocampo, l'altra settimana, in allenamento, io e Flachi ci siamo guardati: eravamo la coppia d'attacco degli Allievi…». Bazzani è sereno, non ci piove. E allora può anche spendere parole dolci per il proprio compagno d'attacco, quello con cui ha diviso gioie e conquiste dell'era Garrone: «So fin troppo bene quanto si soffre a star fuori – prosegue Fabio -, quindi auguro a Francesco di poter tornare il prima possibile anche perché è in ottima forma e può dare molto a questa squadra… E a quel punto, con Bonazzoli e Quagliarella e io che, spero, starò bene, il mister avrà a disposizione un ottimo attacco».
Arriva il Milan. Sabato sera ancora non ci sarà, ma c'è il Milan e bisogna cominciare a pensarci su: «Non c'è da stare tranquilli – continua e chiude Bazzani -, ma ce la giocheremo. Loro non segnano? Sostituire i gol di Shevchenko non è semplice, ma le alternative ce le hanno eccome…».
Nella foto Pegaso, la grinta di Fabio Bazzani: manca poco al rientro.