Parola, quantità
Centrocampista, poche chiacchiere e tanti fatti: Andrea Parola, ventisette anni, toscano, è una delle note più liete di questo inizio di stagione blucerchiata.
L'anno scorso, ad Ascoli, si era imposto come uno dei centrocampisti più affidabili dell'intera Serie A. Dopo due anni a Trieste conditi da 67 presenze in campionato, le 32 nelle Marche e il generale consenso di critica e tifosi facevano di Andrea Parola un giocatore completo, prezioso. La Samp l'ha scelto, lui ha scelto la Samp: c'era il piacere di avvicinarsi a Pisa, casa sua, ma soprattutto la consapevolezza di entrare in un progetto sano, serio, di qualità.
A un mese dall'inizio del ritiro, Parola è ormai entrato alla perfezione nei meccanismi del gioco blucerchiato. Gli elogi di Novellino non sono rari, per quanto il tecnico non ami parlare dei singoli: ma anche ieri, a Bogliasco, non ha potuto fare a meno di farsi scappare un «questo ragazzo mi ha fatto veramente una grossa impressione, è veramente molto bravo». Parole di stima che fanno seguito alle prestazioni sul campo, visto che comunque sia costruita la mediana della Samp lui il suo l'ha sempre fatto: mediano basso o vertice avanzato nel 4-2-3-1 provato a Moena, centrale nel più classico 4-4-2, interno nel 4-5-1 di Carrara o esterno col Mantova e col Peñarol; poco importa, quel che conta è giocare e poter dimostrare coi fatti che il primo anno di A dopo i tanti spesi tra Dilettanti, C, una puntata in Bulgaria e un po' di B non è stato un'illusione.
Anche a Carrara la conferma, con il gol che ha aperto le danze e – dopo tre minuti – il perfetto assist per il raddoppio di Olivera. Tutto da verificare, chiaro: è estate e le amichevoli hanno un peso specifico relativo. Ma le impressioni, le sensazioni, ecco, quelle sono giuste: Parola, poche chiacchiere e tanti fatti, è uno che sa il fatto suo.
Nella foto Pegaso, Andrea Parola impegnato contro due avversari nell'amichevole di Carrara.