Angelo Palombo, l’investimento sicuro di casa Samp
Centrale difensivo o in mezzo al campo? Non fa differenza: il rendimento di Angelo Palombo, colonna della Samp, è sempre elevatissimo.
Angelo Palombo della Samp è insieme colonna e aria fresca, anzianità di servizio ed entusiasmo della gioventù. E' arrivato che doveva ancora compiere diciannove anni, portato a Genova da un'intuizione di Marotta che in quel ragazzo della Fiorentina vedeva voglia di crescere, disponibilità al sacrificio e – ovviamente – qualità. Protagonista nell'anno della promozione, protagonista sempre e comunque – da titolare, chiunque arrivasse a insidiargli il posto – nelle tre stagioni di A che sono seguite, Palombo comincia la sua quinta stagione blucerchiata senza perdere quel sorriso e quella leggerezza che ne hanno fatto il giocatore che è.
Già l'anno scorso, in emergenza, Novellino aveva intuito che da centrocampista centrale Angelo avrebbe pure potuto, alla bisogna, diventare difensore. Impressionò a Messina: padrone del ruolo, perfettamente a suo agio nei meccanismi della squadra, sicuro e autoritario. A lui, a Palombo, giocar dietro va anche bene – parole sue, di pochi giorni fa: «Se serve, gioco anche in porta» -, ma resta quella fetta di campo a fianco a Volpi il posto dove si sente a casa. Però la disponibilità c'è, e Novellino insiste: sa che il ragazzo ha i margini e le potenzialità per emergere anche da centrale difensivo, e vuole insegnargli tutto di questo secondo ruolo.
Quattro amichevoli, compresa quella col Mantova, e quattro partite in cui, anche solo per uno spezzone, Palombo ha giocato dietro. Il mister l'ha ripetuto spesso («E' un esperimento interessante, lo porto avanti perché vedo che Angelo ha tutto per far bene pure lì»), dietro o in mezzo lui, Angelo, sarà protagonista: e a pensare che in tribuna c'era Bortolazzi, secondo di Donadoni in nazionale, con tutto quel che ne può seguire, non si fa peccato.
Nella foto Pegaso, la grinta di Angelo Palombo.