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Bazzani, voglia di esserci: «Mai smesso di lottare»

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Bazzani, voglia di esserci: «Mai smesso di lottare»

L'infortunio, l'operazione, il rientro e la ricaduta. Adesso, l'ultima fase del lungo cammino di recupero. Poi Fabio Bazzani tornerà in campo con la sua maglia blucerchiata addosso.

2006-07-23_bazzani2E' un ritiro diverso dal solito, quello di Fabio Bazzani. Duro, solitario, difficile. Ma necessario: il ginocchio, croce dell'ultima stagione, sta guarendo. Domani il ritorno a Genova, lo attende una serie di test con i professori Cerulli e Mazzola per capire a che punto è il recupero; poi si torna al lavoro col prof. Brignardello, sempre in Liguria. Da qui parte la rinascita di Bazzani: «Tutto il lavoro che ho fatto finora qui a Moena potevo anche farlo a Genova – spiega lui -, ma il ritiro è una fase troppo cruciale della stagione: è qui che vedi nascere il gruppo, che la squadra costruisce quel che otterrà durante l'anno, e io, anche se per pochi giorni, non potevo perdermelo».
Questa è la voglia di Bazzani, tornare un giocatore della Samp che per la Samp può scendere in campo e dare il massimo. Stare fuori, guardare, è dura: «Loro hanno il pallone tra i piedi, io sono preso da esercizi e palestra – sospira Fabio -. E' difficile, devi lottare e io lo faccio da dieci mesi… Ma pazienza, sono abituato alle difficoltà e vado avanti, in fondo la fiducia in me stesso e nel mio recupero non l'ho mai persa. Tornerà il mio momento».
C'è ancora da aspettare, d'accordo. «Questa volta non mi faccio fregare dalla fretta», giura Bazzani. Che però di essere a mezzo servizio non ne può più: «Come nelle corse, gli ultimi chilometri sono i più pesanti. E in questa situazione le cose che per gli altri sono le più semplici per me sono le più difficili. Ma ripeto, niente fretta: l'anno scorso, dopo l'operazione in dicembre, sono rimasto in mezzo alle difficoltà della squadra e alla mia voglia di giocare, vedendo poi che altri giocatori si erano rimessi dal mio infortunio con gli stessi tempi. Adesso no, non posso. Continuo a lavorare, a testa bassa, per essere pronto al momento giusto: perché qui a Moena ho visto crescere le premesse per una stagione vincente, con i nuovi entusiasti di essere qui e il nucleo storico determinato a riscattarsi. Ci voglio essere anch'io».

Nella foto Pegaso, Fabio Bazzani al lavoro nel ritiro di Moena.

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