Paolo Castellazzi: «Non ho dubbi, Volpi il mio modello»
Giovane, entusiasta, intelligente: Paolo Castellazzi, centrocampista della Primavera blucerchiata in ritiro a Moena con la prima squadra, si racconta.
Le giovanili nell'Alzano, poi il salto al Torino: dai Giovanissimi Nazionali alla Primavera. Quindi l'anno scorso il passaggio alla Samp, uno splendido campionato con Lombardo chiuso con la conquista delle finali nazionali e adesso il ritiro con la prima squadra. Paolo Castellazzi, 19 anni compiuti agli inizi di luglio, è uno dei tanti talenti del vivaio blucerchiato aggregati a Moena.
Centrocampista, sguardo profondo e testa a posto, vive la sua avventura con la serenità tipica dei giovani e l'intelligenza di chi ha qualche anno in più spalle: «E' una bella esperienza essere qui, vuol dire che la società ha creduto in me dopo la bella stagione con la Primavera», racconta lui. Che dalla Primavera parte per raccontare le sue giornate alla Samp: «E' stato un gran campionato, il nostro – racconta -, peccato solo nelle finali non averci creduto fino in fondo: con la Juventus forse avremmo potuto anche fare qualcosa di più… Dispiace, ma in fondo abbiamo ottenuto lo stesso un gran risultato». Altri traguardi, adesso, con la prima squadra: «E' un onore allenarsi a fianco di uno come Volpi. Se mi chiedete a chi mi ispiro, non ho bisogno di andare a cercare chissà dove: per come gioca, per come sta in campo, è lui il modello da seguire».
Poi c'è Novellino. Un allenatore esigente, che pretende dai suoi massimo impegno e massima attenzione. Ma anche un uomo che con i ragazzi sa lavorare: «Magari non sembra si interessi a noi – sorride Castellazzi -, e invece il mister ci sta sempre vicini, ci prende da parte, ci parla e ci aiuta moltissimo». Lo stesso fanno i vecchi, perché senza gruppo e senza aiuto non si va da nessuna parte – e Castellazzi lo sa: «In camera siamo noi ragazzi, ma gli altri non ci escludono, non stanno sulle loro. Si respira un bel clima, in questo ritiro».
Un passato da ciclista non gli ha chiuso le porte del calcio: «Correvo dalle mie parti, ero un buon passista. Ma il calcio è sempre stato il primo amore, il più grande: correvo e continuavo a giocare, alla fine il ciclismo me l'hanno fatto odiare e adesso sono qui». Calciatore, con la Samp addosso e un futuro davanti.
Nella foto, Walter Novellino con Paolo Castellazzi durante un allenamento nel ritiro di Moena.